Qualche tempo fa vi avevamo parlato dello spettacolo di Giulio Cavalli "A cento passi dal Duomo", che ha registrato tutto esaurito il mese scorso al Teatro della Cooperativa.
In seguito a una recente rappresentazione del testo teatrale a Varese il capogruppo del Pdl in consiglio provinciale Massimiliano Carioni e il presidente di Aler Paolo Galli, citati all'interno del monologo, hanno deciso di presentare una richiesta di risarcimento danni in seguito a diffamazione. La notizia è stata riportata da La Provincia.
Sotto accusa "un'inchiesta giudiziaria emersa nel 2008 e finita nel nulla" in cui erano finiti Carioni e Galli, accusati di "avere avuto rapporti, nel senso di 'cene elettorali, brindisi e incontri', recita il testo, con l'imprenditore Giovanni Cinque, 'esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena'" come scrive il quotidiano.
L'inchiesta sarebbe anche riportata nel libro "A Milano comanda la 'ndrangheta" (riguardate la nostra intervista ai due autori).
Carioni ha commentato:
"É assurdo, non siamo mai stati né inquisiti né indagati, nessun magistrato ci ha mai contattato. Questa è diffamazione. Tutto è cominciato da un articolo del Corriere della sera, pubblicato nella primavera del 2008, nel quale si denunciavano gli stralci di un'inchiesta giudiziaria infilando una serie di inesattezze, tra cui anche il coinvolgimento del mio nome"
Anche Galli ha scelto le vie legali:
"Sono oggetto di una diffamazione allucinante, io che non ho mai avuto nulla a che fare con la magistratura"
Cavalli, che poco tempo fa è stato ricevuto dal Presidente della Repubblica, dal canto suo ha commentato:
"Senza entrare nel merito legale della vicenda (che lascio ai miei legali ripromettendomi di esercitare il mio diritto professionale di aggiungere eventualmente una nuova scena allo spettacolo) ci tengo comunque a sottolineare un paio di punti che devo non tanto a me stesso o a Gianni Barbacetto quanto all’onestà intellettuale dello spettacolo e al numerosissimo pubblico che l’ha seguito e continua a seguirlo.
Carioni dice 'è assurdo, non siamo mai stati né inquisiti né indagati, nessun magistrato ci ha mai contattato'; e infatti dice bene. Nella messa in scena (che evidentemente non hanno avuto il piacere o il dispiacere di vedere) non si fa riferimento a nessun procedimento giudiziario se non ai 'rumors' di un'azione della procura di Busto Arsizio dove il pm Valentina Margio aveva avviato una indagine per droga, che aveva portato a seguire una traccia giudicata molto interessante, tanto da arrivare fino a un imminente interessamento della Direzione Investigativa Antimafia: incontri riservati, che avrebbero potuto configurare un tentativo di infiltrazione malavitoso per appalti. Avrebbero, appunto, perché le verifiche erano in corso e solo con un'indagine approfondita si sarebbe potuti arrivare a un risultato investigativo. Ma l'indagine è apparsa 'bruciata' sul nascere da alcune fughe di notizie tanto che, come riportato dall'articolo di VareseNews del 16/09/2008, si ipotizzava addirittura un'inchiesta per rivelazione del segreto d'ufficio, e non è escluso che gli investigatori vogliano andare fino in fondo"
Il resto lo trovate sul blog di Giulio.