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Vie e Palazzi di Milano, quattordicesima puntata: piazza Mercanti e la sua storia (ricca di curiosità)

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta delle bellezze di Milano grazie alla rubrica Vie e palazzi di Milano. Oggi scopriremo, attraverso il testo e le foto di Leonardo, piazza Mercanti. Prima però facciamo un riassunto delle "passeggiate" precedenti.

– Prima puntata: Introduzione e storia della scrofa come stemma di Milano
– Seconda puntata: Corso Venezia
– Terza puntata: Palazzo Serbelloni
– Quarta puntata: Via Manzoni e i suoi palazzi
– Quinta puntata: Palazzo Clerici
– Sesta puntata: piazza Belgioioso e dintorni
– Settima puntata: il Liberty a Milano
– Ottava puntata: la Basilica di Sant'Ambrogio
– Nona puntata: l'Università Cattolica ed il Sacrario ai Caduti 
– Decima puntata: le "Cinque vie" e il mostro di via Bagnera
– Undicesima puntata: Via Torino e la misteriosa storia del Carrobbio
– Dodicesima puntata: Piazza Sant'Alessandro, oasi di pace nel centro di Milano
– Tredicesima puntata: via Festa del Perdono, l'Università Statale e l'ex Ca' Granda

di Leonardo 

Oggi vi proponiamo un tuffo nella storia a due passi dal Duomo. Già Bonvesin da la Riva (Milano 1240 ca 1315 ca) nella sua opera “De magnalibus Mediolani” ci parla di questo luogo dove la storia scorre a fiumi e ogni angolo, ogni scorcio, ogni pietra, emana ancora il profumo del passato. Oggi vi condurremo in Piazza Mercanti. Come abbiamo più volte sottolineato in varie puntate di questa rubrica, Milano anticamente era una città con ampie zone boschive ricche di verde. Ed è proprio in un ampio prato che nel 1228 prende origine Piazza Mercanti con la costruzione del nuovo Broletto, che sostituiva il vecchio Broletto che risiedeva dove attualmente è Palazzo Reale.

Broletto deriva da Brolo, che nel medioevo indicava un grande prato dove si affrontavano anche le questioni di giustizia. La nascita del nuovo Broletto segna per Milano un nuovo periodo storico: si assiste al crollo del comune aristocratico retto dai poteri feudali e vescovili e conquistano il potere le classi che possiamo definire del ceto medio. Nascono le corporazioni con propri statuti e santi protettori a difesa di arti e mestieri. Piazza Mercanti diviene luogo di ritrovo dei commercianti, dei bottegai e dei mercanti in genere; ma anche il luogo dove si riunisce il Consiglio Generale dei Cittadini, dove si raduna il popolo (come vedete nella stampa d'apertura del post), dove viene amministrata la giustizia; è quindi frequentato anche da giudici, avvocati e notai. Nella piazza vi era anche il carcere.

Insomma Piazza Mercanti divenne il cuore pulsante della vita dei meneghini. Alle origini la piazza si presentava come un quadrilatero completamente chiuso da edifici e dagli archi detti “voltoni”, le cui aperture conducevano verso le porte delle mura della città; infatti i voltoni avevano lo stesso nome delle porte. La piazza nel tempo è stata oggetto di vari rifacimenti e nel 1878 fu pesantemente distrutta per permettere alle carrozze di attraversarla.

Oggi la si può raggiungere da Via Orefici (qui sopra), oppure direttamente da Piazza Duomo.

Entrando dal Duomo (qui sopra) si accede in Via Mercanti, e sulla destra troverete il “Palazzo dei Giureconsulti” (sotto), sorto nel 1562, per volere di Papa Pio IV, per accogliere Il Collegio dei Nobili Dottori dove si formavano gli amministratori pubblici dello stato.

Il collegio poteva essere frequentato da chi era nobile da oltre 120 anni e di nascita milanese. In seguito fu sede di attività economiche, sociali, amministrative e di magistratura. Dal 1911 al 1957 fu sede della Camera di Commercio. Oggi il suo interno ospita mostre, convegni e conferenze.

L’esterno si presenta con un porticato sovrastato da finestre (sopra), al centro la statua di Sant’Ambrogio che benedice .

Di fronte si trova il “Palazzo della Ragione”,

dove fra la seconda e terza arcata troverete il bassorilievo della “Scrofa semilanuta”, una delle origini del nome “Milano” (qui sotto). 

L’edificio, completato nel 1233, si sviluppa su un ampio porticato (foto più in basso) sotto il quale notai e banchieri disponevano i loro banchetti per stipulare contratti o prestare denaro. Una curiosità, se siete in compagnia provate, sotto il loggiato, a disporvi su due colonne poste obliquamente che presentano dei fori, parlate vicino al buco e scoprirete che la persona piazzata nella colonna opposta sentirà ciò che state dicendo. Si racconta che sia stato uno stratagemma voluto per comunicare fra i vari banchetti. Sopra il porticato si trova un’ampia sala, di circa cinquanta metri per venti di larghezza, dove si riuniva l’assemblea dei cittadini milanesi chiamata “Consiglio generale dei Novecento”.

Per raggiungerla dirigetevi verso la fine dei portici, mantenendoli a sinistra, girate a sinistra e sulla destra troverete l’ingresso di Casa Panigarola, (sopra) chiamata così dal nome dei primi proprietari fin dal ‘200 notai a Milano che trascrivevano i documenti ufficiali e custodivano l’archivio della città.

Superato un ampio scalone (qui sopra) arriverete alla sala dopo aver attraversato un ponte (sotto) che congiunge Casa Panigarola al Palazzo della Ragione.

Durante la mia visita era allestita una mostra fotografica dedicata a Gianni Agnelli. Per dotare la sala di una seconda via di fuga, sul lato opposto, nel 2002 è stata finita la costruzione di una discutibile seconda scala.

Usciti da Casa Panigarola sarete investiti ancora da tanti secoli di storia. Purtroppo molto è andato distrutto, vi facciamo però vedere due immagini indicative, quasi con la stessa angolazione: un disegno di Luigi Bisi (1814–1886), (prima foto sotto) e una mia foto odierna.

A destra di Casa Panigarola si possono ammirare “le Scuole Palatine” del ‘600 (foto sui sotto), sede per eccellenza degli studi superiori di Milano, dove insegnarono Parini, Beccaria e Carlo Maria Maggi autore di commedie e creatore del popolare personaggio “Meneghino”.

Si racconta che vi abbia insegnato anche Sant’Agostino la cui statua è posta sopra l’ingresso.

La statua, posta in alto a destra, è dedicata al poeta Decimo Magno Ausonio.

Al centro della piazza troverete un pozzo del XVI secolo con colonne e trabeazione del XVIII secolo.

In passato, al posto del pozzo, vi era collocata la “pietra dei falliti”, un masso, si pensa spigoloso, su cui, nell’attesa della sentenza, venivano costretti a sedere a natiche nude chi frodava o faceva fallire la propria attività. Lo so cosa state pensando ma io vado avanti. Nel ‘200 i ladri, colti sul fatto, la prima volta venivano accecati ad un occhio, la seconda mutilati di entrambi le mani; sembra che nell’editto ci fosse anche una terza pena, ma non si sa quale altra mutilazione si rischiasse. Mantenendo i piedi sempre vicino al pozzo, dovete immaginare l’ampio spazio che vi circonda pieno di fatti e luoghi scomparsi che meriterebbero di essere conosciuti: citiamo un luogo, l’osteria della Pattona, frequentatissima dagli avvocati per la gustosa trippa, la rosticianna, la polenta e tanto vino; ebbe luogo anche un delitto perpetrato da Luchino Visconti, duca di Milano, che non riuscendo a sedurre una donna, sposata a un certo Francesco Pusterla, la decapitò e, a monito, ne espose la testa nella piazza.

Se dal pozzo portate lo sguardo in alto verso il loggiato vedrete l’altorilievo dedicato a Oldrado da Tesseno a cavallo (sopra); non si capisce se gli sia stato dedicato perché all’epoca fu il podestà o perché, come si legge nell’iscrizione sotto, mandò al rogo numerosi eretici catari.

Adesso rilassatevi e ammirate la Loggia degli Osii posta di fronte al loggiato.

Dal balconcino di questa loggia (sotto) i magistrati proclamavano le loro sentenze e annunciavano i loro editti.

In tutto il perimetro della piazza, sulle facciate, sono affissi numerose e interessanti sculture, lapidi, bassorilievi, stemmi e tant’altro, come questi che vi mostriamo nella foto sotto.

Concludiamo la nostra visita con lo sguardo rivolto verso il fondo, precisamente dopo la Loggia degli Osii: vedrete una palazzina in stile neogotico edificata nel 1872 per ospitare il Museo del commercio.

All’epoca vi erano dei portici dove venivano esposte diverse mercanzie e anche i beni sequestrati ai commercianti falliti. Agli appassionati di fotografia consiglio un viaggetto in piazza Mercanti. Il luogo permette di creare meravigliose composizioni fotografiche e offre scorci imperdibili. Anche una buona fotocamera compatta vi darà soddisfazioni. Ci vediamo alla prossima passeggiata.

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