×

Vie e Palazzi di Milano, settima puntata: il Liberty a Milano

Dopo la prima puntata introduttiva, dopo la seconda puntata dedicata a corso Venezia e quella con le stupende foto di Palazzo Serbelloni, dopo l'accurato reportage fotografico su via Manzoni e sui suoi palazzi (con tanto di foto degli interni), dopo la puntata dedicata al reportage su Palazzo Clerici e quello su piazza Belgioioso e dintorni, eccoci arrivati alla settima puntata della rubrica dedicata alle Vie e ai palazzi di Milano. Oggi ci occupiamo del Liberty a Milano.

di Leonardo 

Nel post di palazzo Clerici abbiamo accennato come nel XVI e XVII secolo investire in fasti architettonici era un mezzo imprescindibile nella scalata al rango di nobili e nella conquista del patriziato. Oggi vi parleremo di uno dei simboli della nascente classe sociale: la borghesia. Nella Milano del XX secolo la ricca borghesia, imprenditori, industriali, ricchi professionisti e commercianti, cominciarono a conquistare un importante posto nella società.

Anche in questo caso possedere palazzi e case lussuose era il segno tangibile di vita agiata e del successo raggiunto negli affari. La Borghesia voleva imporre nuovi stili architettonici, ridisegnare l’assetto urbanistico della città, esprimere nuova creatività nella moda, nell’arte, negli oggetti; insomma ridisegnare ma anche inventare un nuovo modo di apparire, essere e vivere.

Nel campo dell’architettura l’astro nascente divenne lo stile Liberty, contrapposto all’imperante stile architettonico Medioevale, Classico, Gotico, Rinascimentale che aveva invaso Milano fino ai primi anni del novecento con le sue case castello, (nella foto qui sopra) facciate e balconi stile Giulietta e Romeo.

Le ricche famiglie borghesi certamente non negavano lo splendore delle case patrizie, ma con l’avvento del nuovo secolo, la crescita di nuovi ceti, la diversificazione delle componenti sociali, la nascita di amministrazioni ed economie diverse imponevano nuove scelte e soprattutto era necessaria una distribuzione diversa delle disponibilità finanziarie.

Non è un caso che uno dei più bei Palazzi Liberty, “Palazzo Castiglioni”, (qui sopra) sorga in Corso Venezia (vedi puntata n.2) proprio dove le famiglie nobili sfoggiavano il loro imperioso lusso. Oggi vi mostreremo una delle facciate più interessanti in stile Liberty.

Si trova in Via Malpighi, (che potete vedere qui sopra) a pochissimi passi da dove nel 1842 si trovava il “Bagno Diana” (qui sotto) la prima piscina pubblica d’Italia che nel 1902 fu trasformata in centro polifunzionale molto frequentato dalla borghesia milanese e in cui era compreso un teatro che il 23 marzo 1921 fu oggetto di un tragico attentato, attribuito agli anarchici, che provocò 21 morti e 80 feriti.

Nel 1923 fu restaurato e destinato a complesso alberghiero com’è attualmente. (qui sopra) A sinistra dell’Hotel si trova via Malpighi al cui n. 3 troverete “Casa Galimberti” (qui sotto).

Il palazzo in sé (lo vedete qui sopra) non presenta le caratteristiche delle costruzioni alto borghesi ma il suo progettista, l’architetto Giovanni Battista Bossi, ha ornato la facciata con decorazioni in cemento, ferro e vivi colori di piastrelle decorative come se fosse un enorme quadro con le caratteristiche più salienti del liberty. Qui sotto le foto dei particolari.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Casa Galimberti si estende in Via Sirtori (qui sotto), un vicolo cieco con un caratteristico selciato in ciottoli di fiume.

Sempre in via Malpighi, poco più avanti al n.12, (qui sotto) ad opera di Giovanni B. Bossi, troverete “Casa Guazzoni” (seconda foto qui sotto) la cui facciata si presenta con originali virtuosismi in ferro battuto ed elaborate figure in cemento.

Concludiamo invitandovi ad osservare la struttura liberty posta alla fine di Via Malpighi, in Via Melzo. La vedete qui sotto.

L’ex cinema Dumont invece (qui sotto) ha lasciato tanto amaro in bocca ai cittadini della zona che, con numerose mobilitazioni, hanno tentato di salvarlo dall’attuale uso di box auto; si sono dovuti consolare con una piccola parte salvata e destinata a biblioteca.

Leggi anche

Contentsads.com