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Sette sculture di Antonio Canova dall'Ermitage a palazzo Reale

Nella prima metà dell'Ottocento lo zar Nicola I ordinò e acquistò molte opere importanti direttamente dagli studi dei grandi maestri italiani. Per la prima volta alcune di loro ritornano nella loro terra d'origine. Sono le trentasei sculture, selezionate dalle raccolte dell'Ermitage di San Pietroburgo, esposte da oggi fino al 2 giugno nelle sale più belle di Palazzo Reale. Le opere appartengono a grandi artisti neoclassici e ricostruiscono la storia della scultura in Italia.

In mostra ben sette opere in marmo, tra cui "Le tre Grazie", "La Danzatrice con le mani sui fianchi", "l’Amorino Alato" e la "Maddalena Penitente", dello scultore veneto, Antonio Canova, accompagnati da altre sculture che appartengono a Carlo Finelli, Pietro Tenerani, Luigi Bienaimé, Lorenzo Bartolini, Thorvalsden.

Obiettivo dell’esposizione è di ricostruire, attraverso gli acquisti più importanti, le tappe di un’affascinante avventura collezionistica dello zar, ma anche di evocare, attraverso una serie di grandi opere le vicende della scultura in Italia, dopo la svolta determinata dall’affermazione di Canova che per decenni venne considerato il maggior artista del mondo occidentale.

L’allestimento della mostra “Canova alla Corte degli Zar” si svolge nelle sale monumentali di Palazzo Reale, ricche di decorazioni neoclassiche con arazzi, i famosi cartoni di Appiani, stucchi, grottesche, specchi e altre ricostruite negli ultimi anni. L’idea è stata di legare la mostra a questo palazzo facendo sentire la presenza del Museo dell’Ermitage con la sua atmosfera assolutamente speciale di luogo che sembra intoccato da secoli. Per questo la decorazione delle sale del Palazzo è stata rivisitata cercando di unificarle e di non far sentire la differenza tra antico e nuovo in un percorso legato alla memoria e agli echi che questa riverbera sulle opere.

Dato che a San Pietroburgo hanno lavorato architetti italiani dal Settecento, quest’atmosfera che lega i due paesi si trova anche nelle sale del Palazzo e si è cercato di accentuarla per dare al visitatore l’impressione di essere idealmente in un Ermitage immaginifico. Anche la musica è stata scelta per contribuire, attraverso una cernita di brani di musicisti russi di epoca noeoclassica e romantica, allo scopo di condurci in un’atmosfera in cui la bellezza e la forza del neoclassicismo italiano si sposino idealmente alla Russia degli Zar.

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