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La pubblicità in mostra al Castello Sforzesco, i cartelloni che hanno fatto la storia dalla fine dell'Ottocento

"Soltanto Pubblicità?" è il titolo della mostra delle affiches in corso nella sala del terzo piano del Cortile della Rocchetta all'interno del Castello Sforzesco, che raccoglie centoquindici cartelloni pubblicitari, provenienti dalla Raccolta Bertarelli, da collezioni private e da gallerie, realizzati tra la fine dell'Ottocento e il 1970 da artisti internazionali.

Decisamente non è soltanto pubblicità, o quantomeno non solo nell'accezione comune di propaganda commerciale, è arte dal momento in cui l'iconografia ha rivoluzionato il mondo della comunicazione e alcuni dei più grandi nomi della creatività mondiale hanno prestato il loro genio a favore di un prodotto, rendendolo unico.

Davanti ai nostri occhi scorrono quotidianamente, da oltre un secolo, annunci e immagini vistosamente colorate; le immagini pubblicitarie ogni giorno colpiscono la nostra percezione della realtà e la condizionano. Parte da questo presupposto, molto probabilmente, la raccolta di Achille Bertarelli, il collezionista talmente affascinato da quest'arte da volere che il comune di Milano istituisse la Civica Raccolta delle Stampe, aperta nel 1927.

I manifesti celebri divisi in quattro sezioni, scandite cronologicamente, raccontano il cambiamento e l'evoluzione della comunicazione visiva che andava di pari passo con il mutare della società e dei suoi bisogni. Uno spaccato vero e proprio di un secolo di storia osservata da un punto di vista molto particolare. Nella prima sezione "Arte pubblicitaria. Uno sguardo internazionale attraverso le opere della Raccolta delle Stampe A. Bertarelli dal 1880 al 1919" ci sono di opere di Jules Cheret, Alfons Mucha, Adolf Hohenstein, Leopoldo Metlicovitz, Peter Behrens, Marcello Dudovich, si prosegue con "Esempi di grafica pubblicitaria dagli anni Venti ai primi anni Trenta", dove si trovano Leonetto Cappiello (Bitter Campari), Achille Luciano Mauzan, Mario Sironi, Fortunato Depero (Aniccham), Vladimir e Georgij Stenberg. La terza sezione è dedicata a "Moins on montre, plus on dit. Dall'idea un linguaggio. Dagli anni Trenta al 1968" con opere di Luigi Veronesi, Max Huber, Bruno Munari, Herbert Bayer, Abram Games, Albe Steiner, Armando Testa (Punto e Mes: il grande vermouth) e infine "Il fantasma della realtà. La pubblicità nell'arte degli anni Sessanta", con opere di Andy Warhol (Campell Soup), Mario Schifano, Mimmo Rotella, Robert Indiana, Mel Ramos (Chiquita).

L'esposizione già in corso proseguirà fino al 28 aprile e prosegue il ciclo delle celebrazioni degli anni Ottanta, inaugurate con il progetto multimediale  Inbertarelli.com e altre tre mostre sempre all'interno della Rocchetta. Da non perdere.

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