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Sgarbi non cede: "Vade Retro" si farà a Milano

di Marco Trabucchi

La mostra omosex (foto in alto Newpress) è diventata una vera e propria ossessione per l’assessore Vittorio Sgarbi. Dopo il probabile trasferimento in altre città, Napoli in primis (con strascico di polemiche), ieri l’annuncio: La mostra omosex "Vade retro", annunciata ma poi mai aperta al pubblico, resterà a Milano. Ancora non si sa però se potrà essere visitata in ogni sua parte.

Due le opzioni che Sgarbi discuterà con Letizia Moratti. 

La prima prevede il trasferimento dell'esposizione, così com'è (sarebbe comunque esclusa quella che diede origine alle polemiche (Miss Kitty, rassomigliante a Benedetto XVI).) dal Palazzo della Ragione, alla meno istituzionale sede del 'garage Travasi' di piazza San Babila.

La seconda vede invece la sua permanenza nello storico palazzo cittadino senza però le cosiddette 'opere sacre' di ispirazione religiosa che verrebbero esposte in un’altra sede. Il balletto pare dunque essere arrivato alle battute finali.

La mostra rimarrà a Milano e, quasi sicuramente, sarà un successone: troppe le aspettative e il tam tam mediatico che la censura ha scatenato.

Speriamo solo non si opti per la seconda ipotesi, visto che una mostra mutilata, come ci aveva detto lo stesso Coniglio Viola, autore dell'opera su Sircana e il trans, non avrebbe senso. 

Le varie vicessitudini – spiegava qui Coniglio Viola – iniziate con l'esclusione della nostra opera "Ecce Trans" dalla mostra "Arte e Omosessualità" si sono concluse con la completa cancellazione della mostra.

Sgarbi dichiara "Di fronte alla censura la soluzione più concreta é la censura estrema e quindi la cancellazione della mostra". Abbiamo seguito questa polemica che ci vede protagonisti tra l'incredulo e il divertito e, infine, non possiamo che appoggiare la decisione di annullare una mostra che comunque si sarebbe presentata mutilata. 

Tuttavia – a proposito dei tanti inteventi che in questi giorni si sono sprecati su "Ecce Trans" – riteniamo d'obbligo due puntualizzazioni. La prima riguarda il linguaggio. Chi segue l'arte contemporanea e ci conosce sa quanto la ricerca estetica di ConiglioViola sia curata (la nostra ultima mostra personale ha Milano ha richiesto un lavoro di tre anni).

In "Ecce Trans" la scelta di utilizzare un registro stilistico "basso" anzi "bassissimo" era richiesto dall'opera stessa. La seconda riguarda il carattere provocatorio dell'opera. La missione di un artista non è quella di cercare provocazioni gratuite ma di esprimere delle emergenze, e quando queste emergenze sono collettive è naturale che l'opera desti scandalo.

Rappresentando Gesù come un trans siamo certi di non offendere Gesù che è stato per primo un grande provocatore, un sovvertitore della morale. Accostare la figura di Gesù a quella di un trans, come di qualsiasi altro emarginato, non ha nulla di irriverente anzi è profondamente in linea col cristianesimo.

Il problema sono invece i moralisti, i benpensanti che si fanno scudo dell' "essere cristiani" per determinare la situazione di estrema arretratezza culturale che stiamo vivendo nel nostro paese: dove anche l'arte può essere censurata.

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