Le circostanze della morte di Alessandro M. a Lainate evidenziano importanti interrogativi riguardo all'efficacia e all'affidabilità del servizio della Guardia Medica.

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La tragica vicenda di Alessandro M., un imprenditore di 44 anni, avvenuta il 20 dicembre a Lainate, ha scatenato un acceso dibattito riguardo l’affidabilità del servizio della Guardia Medica. L’uomo, dopo aver contattato il servizio di emergenza sanitaria, si è visto negare un intervento diretto e ha deciso di recarsi autonomamente al pronto soccorso. Purtroppo, durante il tragitto, ha perso la vita a causa di un arresto cardiocircolatorio.
La dinamica degli eventi
Alessandro M., titolare di un’attività commerciale nel centro di Garbagnate Milanese, aveva avvertito un malore e, dopo aver chiamato la Guardia Medica, ha ricevuto indicazioni telefoniche che non lo hanno soddisfatto. Nonostante i consigli ricevuti, ha ritenuto opportuno recarsi in pronto soccorso. Tuttavia, durante il tragitto ha avuto un malore che lo ha portato a schiantarsi contro un muro in via Alpi.
Intervento e conseguenze
Subito dopo l’incidente, i soccorsi hanno trasportato Alessandro d’urgenza all’ospedale di Legnano, dove i medici non hanno potuto fare altro che constatarne il decesso. La causa della morte è ancora oggetto di indagine da parte della Procura di Milano, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti di un medico della Guardia Medica. Le autorità stanno esaminando la registrazione della chiamata e le circostanze che hanno portato all’incidente.
Le implicazioni legali e il dibattito sull’assistenza sanitaria
La morte di Alessandro ha riacceso una polemica già esistente riguardo il funzionamento della Guardia Medica. Negli ultimi anni, sono stati segnalati numerosi casi in cui il servizio sanitario ha esitato o rifiutato di effettuare uscite a domicilio, basando le diagnosi esclusivamente su descrizioni telefoniche dei pazienti. Questo ha sollevato preoccupazioni circa l’efficacia dell’assistenza sanitaria fornita sul territorio.
Le testimonianze dei cittadini
Molti cittadini hanno riportato esperienze simili, esprimendo frustrazione e preoccupazione per l’assenza di un intervento diretto da parte dei medici. Alcuni hanno evidenziato che, in situazioni di emergenza, un contatto personale con un professionista sanitario può fare la differenza, sottolineando l’importanza di un servizio medico tempestivo e accessibile.
La vicenda di Alessandro M. non è solo una tragedia personale, ma rappresenta un campanello d’allarme per le istituzioni sanitarie. È fondamentale che venga fatta luce su quanto accaduto e che si valutino le possibili misure correttive per evitare simili incidenti in futuro. La salute dei cittadini deve rimanere la priorità principale, e l’assistenza sanitaria deve adattarsi alle necessità reali della popolazione.





