Luca Lucci, ex capo ultrà del Milan, affronta gravi accuse di traffico di droga con richieste di condanna pesanti.

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La giustizia milanese si trova ad affrontare un caso di grande rilevanza che coinvolge Luca Lucci, noto ex capo ultrà della curva Sud del Milan. I pubblici ministeri della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Milano, Leonardo Lesti e Rosario Ferracane, hanno formulato una richiesta di 20 anni di reclusione per Lucci, accusato di essere al vertice di una presunta organizzazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Questo processo, che si svolge con rito abbreviato, coinvolge anche altri 22 coimputati.
Il traffico di droga e le accuse
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Milano, Lucci sarebbe il responsabile dell’importazione periodica di droga dalla Spagna, operando sotto il soprannome di “belvaitalia”. Tra il giugno e il marzo , l’organizzazione avrebbe gestito un traffico impressionante di circa tre tonnellate di hashish, 255 chili di marijuana e 53 chili di cocaina. Le indagini hanno portato a una serie di arresti e all’emissione di ordinanze di custodia cautelare per Lucci e altri membri del presunto gruppo criminale.
Le richieste di condanna per i coimputati
Oltre alla severa richiesta per Lucci, la Dda ha avanzato richieste di pena per altri imputati. Ad esempio, è stata richiesta una condanna di 13 anni per Rosario Trimboli, considerato un narcotrafficante internazionale, e un altro 13 anni per Rosario Calabria, legato alla cosca di ‘ndrangheta dei Barbaro-Papalia. Inoltre, Daniele Cataldo, vice di Lucci nella curva, potrebbe ricevere una condanna di 16 anni e 6 mesi, mentre Costantino Grifa e Roberta Grassi potrebbero affrontare pene rispettivamente di 12 anni e 8 mesi e 8 anni.
Antecedenti penali di Luca Lucci
Luca Lucci non è nuovo ai problemi con la giustizia. È attualmente in carcere dal settembre , dopo essere stato coinvolto in una maxi inchiesta sulle dinamiche mafiose legate alle curve di San Siro. In quel contesto, Lucci è stato condannato a 10 anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso e tentato omicidio. Un ulteriore arresto è avvenuto il 18 novembre , quando gli è stata notificata un’altra ordinanza di custodia cautelare per traffico di droga, collegata a un’inchiesta condotta dal pm Gianluca Prisco e dalla Guardia di Finanza di Pavia.
Le implicazioni della maxi inchiesta
La vasta indagine della Dda di Milano ha messo in luce un sistema complesso in cui diverse frange ultrà avrebbero allacciato rapporti con organizzazioni criminali, creando legami con ambienti della ‘ndrangheta per la fornitura e la vendita di ingenti quantità di stupefacenti. Questo scenario evidenzia come il narcotraffico possa infiltrarsi in ambiti apparentemente lontani dalla criminalità organizzata, come quello sportivo, complicando ulteriormente la lotta della giustizia contro il crimine.
Il processo proseguirà con le arringhe difensive il 4 e 9 dicembre, dove si attende di sentire le argomentazioni legali a difesa degli imputati. La questione del traffico di droga e delle sue connessioni con il mondo ultras rimane un tema di grande attualità e preoccupazione per le autorità.





