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Cambiamento climatico: la verità scomoda sulle energie rinnovabili

La realtà sul cambiamento climatico è meno politically correct di quanto pensi.

Diciamoci la verità: il cambiamento climatico è un tema che infiamma le conversazioni odierne, ma le energie rinnovabili sono davvero la panacea che ci viene venduta? Il re è nudo, e ve lo dico io: le statistiche raccontano una storia diversa da quella che ci vogliono far credere.

Secondo uno studio recente della International Energy Agency, le energie rinnovabili, sebbene in crescita esponenziale, rappresentano solo il 29% della produzione globale di energia. Nonostante i miliardi investiti, la transizione verso un futuro sostenibile è più lenta di quanto ci si aspetti. Inoltre, per ogni megawatt di energia rinnovabile, ci sono emissioni di CO2 legate alla produzione dei materiali necessari, come i pannelli solari e le turbine eoliche.

È importante sottolineare che l’estrazione di materie prime per le tecnologie verdi ha un impatto ambientale significativo. Le zone minerarie danneggiano ecosistemi già fragili e le comunità locali ne soffrono. È un circolo vizioso che non può essere negato.

In aggiunta, l’idea che le energie rinnovabili possano sostituire completamente i combustibili fossili è un’illusione. Le fonti rinnovabili sono intermittenti e richiedono un sistema di accumulo che, attualmente, non è all’altezza del compito. Le batterie, essenziali per immagazzinare energia, hanno una vita limitata e la loro produzione è anch’essa inquinante.

La realtà è disturbante ma riflessiva: se si desidera realmente affrontare il cambiamento climatico, è necessario abbandonare le semplicistiche narrazioni delle energie rinnovabili come soluzione unica. È indispensabile considerare un mix energetico che includa efficienza, conservazione e, sì, anche i combustibili fossili, finché non si disporrà di alternative sostenibili e praticabili.

È fondamentale un pensiero critico: non lasciarsi abbindolare da slogan facili o promesse vuote. La transizione energetica è complessa e richiede una discussione seria e informata, non una semplice propaganda.

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