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Scoprire il mercato sessuale di Milano tra invisibilità e pregiudizi

Un progetto artistico che svela la realtà del mercato sessuale di Milano, tra pregiudizi e invisibilità.

È opportuno iniziare con una provocazione: si è davvero consapevoli di ciò che accade intorno a noi, nei luoghi frequentati quotidianamente? Il mercato sessuale di Milano non è solo una questione di luoghi lontani e invisibili. È presente in Viale Fulvio Testi, sotto i nostri occhi, eppure rimane un argomento tabù, avvolto da pregiudizi e fraintendimenti. Il Festival IMMERSIONI 2025, grazie alla ricerca artistica di Silvia Guerrieri e del suo team, invita a riflettere su questa realtà, portando in scena una performance che non può lasciare indifferenti.

Un’indagine necessaria

Il punto di partenza di questo progetto è l’esperienza personale di Silvia Guerrieri come operatrice di strada, a contatto con le persone dedite al sex work. Tale esperienza ha permesso di comprendere non solo le dinamiche di un mercato spesso stigmatizzato, ma anche le storie umane che si celano dietro a quelle vite. La domanda centrale è: chi sa davvero cosa accade in Viale Fulvio Testi di notte? E, cosa ancor più importante, qual è la posizione degli abitanti della Bicocca riguardo a questa realtà?

Statistiche recenti indicano che il 70% delle persone non ha mai avuto un contatto diretto o interazioni con il mondo del sex work, eppure si sentono libere di esprimere giudizi. Questo fenomeno non è solo milanese; è una crisi di consapevolezza collettiva. In questo contesto, l’arte diventa uno strumento potente per abbattere i muri dell’ignoranza e dei pregiudizi.

Una performance che provoca e fa riflettere

La performance, che avrà luogo l’11 e 12 settembre, non è solo un’esibizione; è un’esperienza. Con una durata di 50 minuti, senza intervallo, si propone di creare un dialogo tra il pubblico e le storie di chi vive il mercato sessuale. Attraverso la narrazione di esperienze personali e l’uso di effetti visivi come la macchina del fumo, si intende stimolare una riflessione profonda su temi come la sicurezza, il corpo e la sessualità. È un tentativo di dare voce a chi spesso rimane in silenzio, a chi è invisibile nella società, ma fondamentale per la sua esistenza.

Immaginate di sedervi in sala e di essere travolti da una serie di domande: cosa pensano le sex workers della loro condizione? Quali sono le loro paure, sogni e speranze? È giusto continuare a ignorare le loro storie? La performance cerca di rispondere a questi interrogativi, invitando il pubblico a mettersi in discussione e a riflettere su una realtà complessa e sfumata.

Conclusioni scomode e riflessioni finali

Non si può più permettere che il mercato sessuale rimanga un tema tabù. La realtà è meno politically correct di quanto si vorrebbe ammettere. È una parte integrante della società, e ignorarla significa negare la complessità dell’esperienza umana. Il lavoro sessuale è un tema delicato, ma rappresenta anche un’opportunità per avviare discussioni fondamentali sulla dignità, i diritti e il rispetto.

In conclusione, è fondamentale prendere parte a questa esperienza, non solo come spettatori, ma come partecipanti attivi a una conversazione necessaria. Solo affrontando paure e pregiudizi si può sperare di costruire un futuro più inclusivo e consapevole. Non si deve lasciare che il silenzio prevalga: è tempo di ascoltare e apprendere dalle storie di chi vive in Viale Fulvio Testi.

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