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Il Giubileo degli Agricoltori: una chiamata alla speranza

Un evento che riunisce agricoltori e leader religiosi per un messaggio di pace e collaborazione.

L’agricoltura è spesso percepita come un’attività marginale, relegata ai confini della frenetica vita urbana. Tuttavia, quanto avvenuto al Santuario di Rho rappresenta un chiaro segnale che l’agricoltura deve tornare al centro del dibattito sociale e politico. La celebrazione del Giubileo degli Agricoltori con Monsignor Mario Delpini non è solo un evento religioso, ma un grido di allerta per un settore vitale che rischia di essere dimenticato.

Un incontro intergenerazionale che fa riflettere

Centinaia di agricoltori, rappresentanti di movimenti giovanili, femminili e senior si sono riuniti per discutere un tema cruciale: il cibo come strumento di pace e dialogo. Non si tratta di meri prodotti da vendere al mercato, ma di un messaggio profondo che invita a considerare l’agricoltura non solo come fonte di sostentamento, ma come veicolo di stabilità sociale e culturale. Il Sindaco di Rho e il Presidente della Coldiretti Lombardia hanno aperto l’evento, ma è stata la voce degli agricoltori a risuonare più forte.

«Essere pellegrini di speranza» è stata la frase chiave, un invito a riconoscere che l’agricoltura può essere la chiave per costruire ponti. La realtà è meno politically correct: il cibo non è solo una merce, ma un diritto fondamentale, e dove questo diritto è violato, nascono conflitti. Secondo dati recenti, la scarsità di cibo e la speculazione alimentare alimentano tensioni in tutto il mondo. L’agricoltura, se gestita eticamente, può portare stabilità e pace alle comunità.

Una riflessione profonda sulla natura umana

Nell’omelia di Monsignor Delpini, il riferimento a Caino e Abele è emblematico. Non è solo una storia di rivalità, ma un richiamo alla responsabilità etica. Il contrasto tra agricoltori e allevatori non rappresenta solo un conflitto di interessi, ma è un riflesso del male che può annidarsi nel cuore umano. È fondamentale interrogarsi su chi abita il nostro cuore. La risposta non è semplice e spesso costringe a guardare dentro se stessi, riconoscendo le proprie paure e i desideri di controllo.

Il messaggio del Giubileo non è solo per gli agricoltori, ma per tutti. È necessario apprendere a vedere il cibo come un catalizzatore di dialogo, una possibilità di costruire comunità più coese e solidali. L’agricoltura deve diventare un simbolo di speranza, non solo per chi lavora la terra, ma per chi consuma i suoi frutti. Infatti, tutti dipendono dalla capacità della terra di fornire cibo buono e giusto.

Conclusione: un invito alla riflessione critica

Il Giubileo degli Agricoltori a Rho offre molteplici spunti di riflessione. La questione agricola è attuale e merita un’attenzione collettiva. La sfida è quella di non relegare il cibo a un mero prodotto da consumare, ma di riconoscerlo come un diritto fondamentale per tutti. La speranza non è solo un concetto astratto, ma una chiamata all’azione. Per costruire un mondo migliore, è necessario iniziare a costruire ponti, e l’agricoltura può essere la guida in questo viaggio.

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