La situazione dei monopattini a Milano è un campanello d'allarme per il futuro della mobilità sostenibile.

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Il sogno della mobilità sostenibile a Milano sta vivendo un periodo di crisi profonda. Il recente verdetto del Tar, che ha bocciato l’operato di Bolt e stoppato i suoi monopattini elettrici, è solo l’ultimo atto di una storia che si ripete. Da anni, la città è un campo di battaglia per i servizi di sharing, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma cosa sta realmente accadendo?
Un verdetto che segna la fine di un’era
Il Tar ha dato ragione al Comune di Milano, decretando la fine dell’avventura di Bolt nella città. La società, che nel 2023 aveva ottenuto l’approvazione grazie a promesse di sicurezza e mezzi innovativi, non ha rispettato le condizioni stabilite. Flotte incomplete e mancanza di caschi sono solo alcune delle irregolarità riscontrate. I giudici hanno chiarito che le difficoltà di approvvigionamento non possono essere considerate una giustificazione valida. Per loro, si tratta di normali rischi d’impresa, e dal 29 febbraio 2024, i monopattini Bolt non saranno più una realtà milanese.
Tuttavia, questa non è una storia isolata. Milano, che si era illusa di essere la pioniera dello sharing in Italia, ha visto numerosi operatori entrare e uscire dal mercato. Ricordiamo i monopattini di Bird, Helbiz, Voi, GoVolt e, ora, Bolt, che hanno condiviso la stessa sorte delle biciclette gialle di Ofo e degli scooter di Cityscoot. La causa? Difficoltà economiche, scarsa redditività e normative sempre più stringenti hanno messo a dura prova la sostenibilità di questi servizi.
La situazione attuale e le sfide future
Oggi, la fotografia della mobilità condivisa a Milano è desolante. Con 14.000 biciclette, meno di 2.000 motorini e circa 6.000 monopattini, il panorama è dominato da pochi player come Lime e Dott, che sopravvivono grazie a fusioni e capitali più solidi. Tuttavia, questi numeri sono ben inferiori rispetto a quelli registrati nel 2019 e nel 2023, quando l’offerta era decisamente più ampia.
Sebbene lo sharing non sia morto, sta affrontando un periodo di stagnazione. I costi elevati di gestione, la necessità di manutenzione quotidiana e le problematiche legate ai vandalismi stanno minando la sopravvivenza dei servizi più fragili. Nel frattempo, l’auto privata continua a essere la scelta preferita dai milanesi, ostacolando il sogno di una mobilità realmente green e sostenibile.
Una riflessione sulla mobilità sostenibile
Milano continua a inseguire il sogno della mobilità sostenibile, ma la realtà è meno politically correct. Con ricorsi legali, flop aziendali e regolamenti sempre più severi, il percorso dello sharing appare tortuoso e difficile. Le aziende che operano nel settore devono affrontare una serie di sfide che non possono più essere ignorate.
In conclusione, il declino dei monopattini a Milano è un chiaro segnale di una crisi più profonda nel settore della mobilità condivisa. È tempo di interrogarsi sulle reali possibilità di un futuro sostenibile. La vera domanda riguarda la disponibilità a rivedere le scelte in materia di mobilità, piuttosto che continuare a ignorare i segnali di allerta.
È fondamentale riflettere su queste questioni e mettere in discussione le narrative prevalenti. Solo così sarà possibile costruire un futuro migliore per Milano e per la mobilità sostenibile.