Un doppio giorno di disagi per chi torna dalle vacanze: ecco cosa ci aspetta a Milano.

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Diciamoci la verità: il rientro dalle vacanze non è mai una passeggiata, ma quest’anno a Milano si preannuncia un vero e proprio terremoto nei trasporti. Il 4 settembre 2025, infatti, è in programma uno sciopero di 21 ore che coinvolgerà numerosi mezzi pubblici e ferroviari. Se pensi di tornare a casa rilassato e senza intoppi, ti consiglio di rivedere i tuoi piani.
Il motivo dello sciopero e le sigle coinvolte
Lo sciopero, indetto da diverse sigle sindacali, avrà inizio alle ore 21:00 di giovedì 4 settembre e si protrarrà fino alle 18:00 di venerdì 5 settembre. A farne le spese sarà il personale di Trenitalia, Trenord e altre compagnie ferroviarie. La mobilitazione è stata proclamata da un sindacato di base e, come al solito, la presenza di ulteriori gruppi sindacali resta incerta. Ma, diciamoci la verità: mentre i sindacati si battaglieranno per i loro diritti, a pagare il prezzo saranno i pendolari, i turisti e chiunque tenti di muoversi nella città. Chi si preoccupa realmente delle difficoltà di chi deve viaggiare?
Le conseguenze previste per il trasporto pubblico
Trenord ha già comunicato che il suo personale parteciperà attivamente allo sciopero, il che significa che ci saranno ritardi e cancellazioni su una vasta gamma di treni: regionali, suburbani e persino quelli a lunga percorrenza. E non è finita qui: anche i collegamenti con gli aeroporti subiranno ritardi significativi. Nelle poche corse che saranno garantite, ci sarà una fascia di garanzia, ma chi ha mai visto un treno in orario durante uno sciopero? La realtà è meno politically correct: le promesse di minima circolazione quasi mai si traducono in realtà. Insomma, un bel guazzabuglio per chiunque voglia spostarsi. La situazione è talmente incerta che nemmeno gli esperti osano fare previsioni precise su quali treni circoleranno.
Conclusioni scomode e invito al pensiero critico
In conclusione, mentre ci prepariamo a un rientro dalle vacanze che dovrebbe essere piacevole, ci troviamo di fronte a un disservizio annunciato. E mentre i sindacati continuano a far sentire la loro voce, i cittadini restano in silenzio, accettando passivamente questo stato di cose. La verità è che ci dovremmo chiedere: fino a quando tollereremo questo andazzo? Ogni volta che c’è uno sciopero, sembra che i diritti di chi lavora vengano anteposti a quelli di chi viaggia. È questo il modello che vogliamo per il nostro Paese? Invito tutti a riflettere su questa situazione e a non dare per scontato che i trasporti pubblici debbano sempre essere un servizio di cui possiamo fidarci. Facciamo sentire la nostra voce, perché il vero cambiamento parte da ognuno di noi.