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Vandalismo a Senago: il sindaco lancia un appello al senso civico

La casetta dell'acqua a Senago è in pericolo: il sindaco lancia un appello a tutti i cittadini per fermare il vandalismo.

Diciamoci la verità: la situazione a Senago è diventata insostenibile. La casetta dell’acqua di piazza Aldo Moro, un servizio essenziale per la comunità, rischia di chiudere a causa di continui atti vandalici. Il sindaco Magda Beretta ha lanciato un appello accorato, ma la domanda che sorge spontanea è: fino a quando i cittadini rimarranno in silenzio di fronte a questa crescente inciviltà?

Il vandalismo: un fenomeno in crescita

La realtà è meno politically correct: i vandalismi non sono un’eccezione, ma una costante in molte città italiane. A Senago, la casetta dell’acqua è diventata un simbolo di questo degrado. I dati parlano chiaro: il numero degli interventi di riparazione è cresciuto esponenzialmente negli ultimi mesi, costringendo la comunità a mettere mano al portafoglio. E sì, il Comune non paga direttamente le riparazioni, ma i costi gravano comunque sulle spalle dei contribuenti, che vedono i propri soldi sprecati per rimediare ai danni causati da pochi incivili.

Ma non è solo una questione economica. Ogni atto vandalico rappresenta una ferita inflitta alla comunità, un segnale di disinteresse e mancanza di rispetto per il bene comune. Eppure, sembra che la gente continui a voltare lo sguardo, come se non fosse affar loro. Ecco il punto cruciale: la responsabilità individuale è stata messa da parte a favore di un anonimato che sembra giustificare comportamenti inaccettabili.

Il messaggio del sindaco: parole o azioni?

Il sindaco Beretta ha fatto un invito chiaro e diretto a tutti i cittadini: serve un maggiore senso civico. Ma la domanda è: basterà? La presenza di telecamere di sorveglianza, che dovrebbero fungere da deterrente, non sembra avere l’effetto desiderato. I cittadini devono rendersi conto che il mantenimento della sicurezza e del decoro urbano è una responsabilità collettiva. Non si può sempre aspettare che le autorità intervengano. La realtà è che il cambiamento inizia da noi, dai nostri comportamenti quotidiani.

Le recenti installazioni di nuove telecamere in centro e nel quartiere Mascagni sono un passo nella giusta direzione, ma non possono sostituire il senso di responsabilità che ogni cittadino dovrebbe avere. È ora di fare un passo indietro e riflettere su cosa significa vivere in una comunità: non è solo usufruire dei servizi, ma anche proteggerli.

Conclusione: un invito al pensiero critico

In conclusione, la situazione della casetta dell’acqua di piazza Aldo Moro è un campanello d’allarme. Non possiamo permettere che il vandalismo e l’inciviltà prevalgano. La chiusura di un servizio così utile non è solo una perdita per i cittadini, ma un sintomo di una società che ha smesso di preoccuparsi del bene comune. È tempo di alzare la voce e non rimanere in silenzio. Il vero senso civico non è solo un appello che si lancia in un discorso, ma una pratica quotidiana che richiede impegno e consapevolezza.

Quindi, riflettiamo: cosa possiamo fare noi, come singoli cittadini, per cambiare questa narrativa? È giunto il momento di abbandonare il silenzio e iniziare a difendere ciò che ci appartiene, perché il futuro della nostra comunità dipende da noi.

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