Esplora il ruolo della SCIA nell'edilizia milanese e le sue conseguenze sulla rigenerazione urbana.

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Negli ultimi mesi, Milano ha attirato l’attenzione dei media a causa di un’inchiesta sui presunti abusi edilizi, che ha portato a una vera e propria paralisi dei cantieri. Ma cosa si nasconde dietro l’acronimo SCIA? È tempo di porre una domanda scomoda: la SCIA è davvero un problema, oppure è un malinteso che ha investito il settore edilizio?
Un equivoco da sfatare
Molti credono che l’uso della SCIA, ovvero la Segnalazione Certificata di Inizio Attività, al posto del tradizionale permesso di costruire sia la causa principale del rallentamento dei lavori. Tuttavia, chiunque operi nel settore sa che SCIA e permesso di costruire non sono così diversi, almeno nella pratica. Entrambi richiedono una mole documentale significativa, spesso superando il centinaio di allegati, e possono portare a tempi di approvazione che si allungano oltre un anno. Non è questa la vera questione?
La SCIA non è un escamotage, ma uno strumento normativo concepito per facilitare la ristrutturazione, inclusa la demolizione e ricostruzione, promuovendo un uso più sostenibile del suolo. In un contesto urbano come quello milanese, dove il recupero degli edifici dismessi è essenziale per contenere l’espansione e incentivare l’uso di spazi strategicamente posizionati, questo approccio riveste un’importanza cruciale.
La transizione verso i permessi di costruire
Il recente avvio da parte del Comune di Milano della conversione delle SCIA in permessi di costruire sembra più un atto formale che una modifica sostanziale. La mole documentale rimane invariata e, in assenza di linee guida chiare, ogni piccola variazione interpretativa può paralizzare progetti già avviati, compromettere volumetrie autorizzate e alimentare un clima di incertezza. Non è sorprendente che questo aumento di complessità stia contribuendo al churn rate dei progetti edilizi?
Questa situazione non è un problema esclusivo di Milano; è una questione che tocca tutta Italia. La rigenerazione urbana deve essere supportata da normative chiare e operative, che non trasformino ogni singolo cantiere in un caso giudiziario. Chi lavora nel settore comprende bene le difficoltà di navigare in un contesto normativo complesso e in continua evoluzione.
Lezioni per i professionisti del settore
Chiunque abbia gestito un progetto edilizio sa che la chiave del successo risiede nella capacità di adattarsi rapidamente e di anticipare i cambiamenti normativi. È fondamentale sviluppare una profonda conoscenza delle normative esistenti e mantenere un dialogo aperto con le autorità competenti per evitare ritardi e malintesi. La trasparenza nella comunicazione e la proattività nella gestione delle pratiche possono fare la differenza tra il successo e il fallimento di un progetto. Sei pronto a metterti in gioco?
Inoltre, è cruciale considerare l’impatto a lungo termine delle decisioni prese oggi. Le scelte legate alla rigenerazione urbana non riguardano solo il presente, ma plasmano il futuro delle città. Pertanto, i professionisti devono essere pronti a difendere la necessità di una normativa che favorisca il recupero dell’esistente, piuttosto che ostacolarlo.
Takeaway azionabili
1. Non lasciatevi influenzare dall’hype mediatico: la SCIA è uno strumento legittimo, non un problema in sé.
2. Mantenetevi aggiornati sulle normative e stabilite relazioni collaborative con le autorità per facilitare i processi.
3. Siate proattivi nella gestione delle pratiche edilizie e nella comunicazione con i vostri clienti e collaboratori.
4. Promuovete una cultura del recupero urbano, sostenendo normative chiare che permettano la trasformazione e valorizzazione degli spazi esistenti.