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Attivisti chiedono pasti gratuiti al ristorante di Cracco per famiglie in difficoltà

Ultima Generazione chiede un'iniziativa solidale per combattere la povertà alimentare.

Attivisti chiedono pasti gratuiti per famiglie in difficoltà
Attivisti in azione per garantire pasti gratuiti alle famiglie bisognose.

Il blitz di Ultima Generazione al ristorante Cracco

Un gruppo di cinque attivisti di Ultima Generazione ha fatto irruzione nel prestigioso Ristorante Cracco, situato nella storica Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, per portare alla luce una questione di grande rilevanza sociale: la povertà alimentare che affligge molte famiglie italiane. Con la campagna ‘Il giusto prezzo’, questi giovani hanno voluto rompere il silenzio su un tema che spesso viene ignorato, evidenziando il divario tra chi può permettersi un pasto gourmet e chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

La protesta e le richieste degli attivisti

Intorno alle 14, gli attivisti si sono seduti sul pavimento del ristorante, esponendo striscioni con le scritte ‘Il giusto prezzo’ e ‘Ultima Generazione’. La loro azione non è passata inosservata: le forze dell’ordine sono intervenute poco dopo, denunciando i manifestanti a piede libero. La richiesta principale rivolta allo chef Carlo Cracco è chiara: aprire le porte del ristorante ogni giovedì per offrire pasti gratuiti a chi ne ha bisogno. Rebecca, una delle attiviste, ha dichiarato: “Oggi sono scesa in azione per chiedere il giusto prezzo, sia per chi compra, sia per chi produce. È più importante un risotto d’autore, o una bolletta pagata?”.

Il contesto della povertà alimentare in Italia

La situazione di povertà alimentare in Italia è allarmante. Secondo recenti studi, milioni di famiglie si trovano in difficoltà economiche, costrette a scegliere tra beni di prima necessità e spese quotidiane. Gli attivisti di Ultima Generazione non si limitano a chiedere pasti gratuiti, ma chiedono anche un cambiamento radicale nel sistema alimentare, con prezzi più sostenibili e una maggiore protezione dei raccolti dal cambiamento climatico. La loro protesta si inserisce in un contesto più ampio di lotta contro le ingiustizie sociali e ambientali, chiedendo che chi ha sbagliato paghi: finanza, grande distribuzione organizzata, multinazionali del cibo e industria fossile.

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