Un'inchiesta svela le dinamiche oscure di un locale milanese tra prostituzione e cocaina.

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Un’illuminante confessione
Recentemente, il podcast Gurulandia ha messo in luce un caso che ha scosso la nightlife milanese. Davide Lacerenza, patron della Gintoneria, ha rivelato, in un’intervista, dettagli inquietanti sulla gestione del suo locale. Le sue parole hanno sollevato un polverone, rivelando una strategia imprenditoriale che si basa su pochi clienti facoltosi piuttosto che su un afflusso massiccio di avventori. “È inutile stare aperti con 100 persone che hanno un gin tonic”, ha affermato, sottolineando l’importanza di puntare su tavoli che spendono migliaia di euro.
Il lato oscuro della Gintoneria
Le accuse nei confronti di Lacerenza non si limitano a pratiche commerciali discutibili. Secondo le indagini delle forze dell’ordine, il locale sarebbe stato coinvolto in attività di sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare, il “privè” della Gintoneria sarebbe stato un luogo dove i clienti più abbienti potevano intrattenersi con escort, creando un ambiente esclusivo e riservato. La testimonianza di Lacerenza ha confermato che, per lui, il profitto era prioritario rispetto alla legalità.
Un sistema ben congegnato
Oltre alla Gintoneria, Lacerenza ha menzionato un altro locale, La Malmaison, dove i clienti venivano accompagnati per vivere esperienze più intime. Qui, le spese per bottiglie di alcolici pregiati erano all’ordine del giorno, contribuendo a un sistema che favoriva il lusso e l’eccesso. “Ho tutti dei ragazzi del Bangladesh, grandi lavoratori”, ha dichiarato, rivelando come il personale fosse costretto a chiudere il locale per permettere ai clienti di godere di un’esperienza esclusiva. La strategia di Lacerenza si basava sull’idea che pochi clienti benestanti potessero garantire profitti maggiori rispetto a una clientela numerosa ma meno disposta a spendere.
Le conseguenze legali
Le rivelazioni di Lacerenza hanno portato a conseguenze legali significative. Insieme alla sua ex compagna e al suo collaboratore, è stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di spaccio e sfruttamento della prostituzione. Questo caso ha acceso i riflettori su un fenomeno che, sebbene noto, è spesso ignorato nella frenesia della vita notturna milanese. La Gintoneria, un simbolo di lusso e divertimento, si è trasformata in un esempio di come il confine tra legalità e illegalità possa essere sottile e facilmente oltrepassato.