Due soggetti indagati per una maxi truffa che sfruttava il nome del ministro Crosetto.
![Due stranieri indagati per frode internazionale](https://milano.notizie.it/wp-content/uploads/2025/02/Truffa-internazionale-frode-milionaria-svelata-67ae582ee6032-768x525.jpg)
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Un caso di frode senza precedenti
La recente indagine condotta dai carabinieri del nucleo investigativo di Milano ha portato alla luce una maxi truffa che ha coinvolto nomi di spicco dell’imprenditoria italiana. Due soggetti stranieri sono stati identificati come i titolari di un conto corrente olandese, sul quale sono transitati quasi un milione di euro, pagati in due tranche da Massimo Moratti. Questo caso ha sollevato un allarme non solo per l’entità della frode, ma anche per le modalità sofisticate utilizzate dai truffatori.
Le modalità della truffa
I truffatori hanno messo in atto un piano ben congegnato, contattando imprenditori di alto profilo e utilizzando numeri di telefono clonati dal Ministero della Difesa. La voce camuffata del ministro Guido Crosetto è stata utilizzata per dare credibilità alle richieste di aiuto, in particolare per liberare ostaggi italiani in Medio Oriente. Questo stratagemma ha permesso ai malviventi di chiedere somme ingenti, approfittando della buona fede e della reputazione di figure pubbliche.
Le conseguenze legali
Le indagini hanno portato all’apertura di un fascicolo per associazione a delinquere, truffa aggravata e sostituzione di persona. I carabinieri, coordinati dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola, hanno già congelato i fondi sul conto corrente olandese. La scoperta della truffa è avvenuta grazie a una segnalazione dello stesso Crosetto, il quale è stato contattato da imprenditori preoccupati per la situazione. Tra i nomi coinvolti ci sono anche figure di spicco come Giorgio Armani e membri delle famiglie Aleotti, Del Vecchio, Beretta e Caprotti.
Un allerta per il futuro
Questo episodio mette in luce la vulnerabilità del sistema imprenditoriale italiano di fronte a frodi di questo tipo. È fondamentale che le aziende adottino misure di sicurezza più rigorose e che ci sia una maggiore collaborazione tra le forze dell’ordine e il settore privato. La consapevolezza dei rischi e l’educazione alla sicurezza informatica possono rappresentare una prima linea di difesa contro simili attacchi. La truffa ai danni di Massimo Moratti è solo la punta dell’iceberg di un fenomeno che potrebbe colpire chiunque, rendendo necessario un intervento tempestivo e coordinato.