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Condanna definitiva per Simba La Rue: la Cassazione chiude il caso

La Cassazione ha reso definitiva la condanna per il trapper milanese coinvolto in una faida tra crew.

Simba La Rue condannato dalla Cassazione
La Cassazione emette la condanna definitiva per Simba La Rue, chiudendo il caso.

La sentenza della Cassazione

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva riguardante il trapper Simba La Rue, il cui vero nome è Mohamed Lamine Saida. La condanna, che prevede una pena di 3 anni, 9 mesi e 10 giorni, è stata confermata dopo il rigetto dei ricorsi presentati dalle difese. Questo verdetto chiude un capitolo controverso legato a una faida tra diverse crew di trap milanesi, un fenomeno che ha attirato l’attenzione dei media e delle autorità.

Il contesto dell’aggressione

Il caso risale al 1° marzo 2022, quando Simba La Rue è stato coinvolto in un’aggressione avvenuta in via Settala, a Milano. L’episodio ha visto il trapper e i suoi complici umiliare un giovane appartenente alla crew rivale di Baby Touché. Le accuse mosse contro di lui includono lesioni e rapina, reati gravi che hanno portato a un’inchiesta approfondita da parte delle forze dell’ordine. Nonostante la gravità della situazione, il sequestro di persona ai danni di Baby Touché non è stato incluso nel processo, poiché non era stata presentata denuncia.

Le conseguenze e la vendetta

La faida tra le crew ha avuto ripercussioni significative, culminando in un agguato subito da Simba La Rue in provincia di Bergamo, dove è stato ferito a una gamba. Questo episodio è stato interpretato come un atto di vendetta, evidenziando la violenza che caratterizza il mondo del trap. Nonostante la condanna definitiva, Simba La Rue rimane libero, grazie alle circostanze legate alle sue ferite e alle cure necessarie. La sentenza d’appello ha ritenuto che gli agguati fossero orchestrati dallo stesso trapper, un elemento che ha ulteriormente complicato la sua posizione legale.

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