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Incidente mortale a Milano: la morte di Francesco Caputo e la richiesta di sicurezza

Un presidio di ciclisti a Milano per ricordare Francesco e chiedere strade più sicure.

Incidente mortale a Milano: la morte di Francesco Caputo e la richiesta di sicurezza

Il tragico incidente che ha portato alla morte di Francesco Caputo, un ingegnere biomedico di 35 anni, ha scosso la comunità milanese e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza stradale per i ciclisti. Francesco è deceduto dopo dieci giorni di ricovero in ospedale a causa delle gravi ferite riportate in seguito a una caduta provocata dall’apertura imprudente della portiera di un’auto. Questo evento ha portato a una mobilitazione di circa 200 ciclisti, che si sono riuniti per un presidio in suo onore.

Il presidio per Francesco Caputo

La manifestazione si è tenuta all’angolo tra via Soperga e via Marocco, dove i partecipanti hanno osservato un minuto di silenzio e hanno condiviso le loro esperienze. “Siamo qui per Francesco e per chiedere una maggiore sicurezza in strada”, ha dichiarato uno dei manifestanti. Questo evento è stato organizzato dal movimento #Bastamortiinstrada, che si batte per la sicurezza dei ciclisti e per una maggiore attenzione alle problematiche legate alla circolazione stradale.

Un incidente che poteva essere evitato

Il tragico incidente è avvenuto il 11 ottobre, quando Francesco è stato colpito dalla portiera di un’auto parcheggiata in divieto di sosta. Il conducente ha aperto la portiera senza prestare attenzione al traffico ciclistico. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla responsabilità degli automobilisti e sull’importanza di una maggiore educazione alla sicurezza stradale. Roberto Moscatelli, un ciclista che ha già subito un incidente simile, ha affermato: “Potrei essere io la prossima volta”. La sua testimonianza mette in luce la vulnerabilità dei ciclisti e la necessità di un cambiamento culturale.

Riprogettare lo spazio pubblico per la sicurezza

Giovanni Mandelli, membro del movimento Città delle persone, ha sottolineato l’importanza di ripensare lo spazio pubblico, attualmente troppo focalizzato sulla circolazione delle auto. “Occorrerebbe ridistribuire lo spazio in modo che tutti possano fruirne in sicurezza, indipendentemente dal mezzo di trasporto utilizzato”, ha dichiarato. La richiesta di una maggiore attenzione alla sicurezza dei ciclisti è diventata un tema centrale, con l’auspicio che eventi tragici come quello di Francesco non si ripetano più.

Un ricordo che deve rimanere vivo

La manifestazione ha visto anche simboli toccanti, come una bicicletta adornata con crisantemi e la scritta “Pensati ciclabile”. Questi gesti rappresentano non solo un tributo a Francesco, ma anche una chiamata all’azione per tutti coloro che utilizzano le strade. La comunità milanese si unisce in un coro di richieste per una maggiore sicurezza, affinché la memoria di Francesco possa contribuire a un cambiamento positivo.

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