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L’uso degli smartphone da parte dei giovani? È altamente sconsigliato per i minori di 14 anni, e ci sono valide ragioni per questo

L'uso di smartphone illimitato per gli alunni delle scuole primarie e secondarie è sconsigliato: le Raccomandazioni di Milano per la sicurezza digitale dei bambini

Il possesso di uno smartphone personale dotato di accesso illimitato a Internet è fortemente sconsigliato sia per gli alunni della scuola primaria sia per quelli della scuola secondaria di primo grado. Questa è una delle linee guida emerse dalle “Raccomandazioni di Milano per il benessere e la sicurezza digitale di bambini e pre-adolescenti”, presentate ieri all’inaugurazione della “Digital Week”. Queste raccomandazioni rappresentano il risultato di due anni di studio e coinvolgimento di 15mila individui, realizzato in collaborazione con l’Università di Bicocca e il Comune di Milano, insieme a Ats, il provveditorato, il gruppo “Aspettando lo smartphone”, e altre enti come la Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche Lombardia e il Corecom.

L’indagine ha messo in evidenza l'”età giusta” per il primo smartphone, che viene frequentemente concesso a 11 anni nel 52,7% dei casi, nonostante le famiglie siano d’accordo nel ritenere preferibile posticiparne l’uso ai 14 anni. Da questo punto di partenza, sono stati avviati gruppi di discussione e tavoli di lavoro per arrivare, per la prima volta, a un documento condiviso che potesse essere utilizzato anche a livello nazionale.

Corretta educazione digitale dei più giovani

Le “Raccomandazioni di Milano” iniziano con il primo consiglio: “Una corretta educazione digitale dei più giovani si basa sulla consapevolezza degli adulti”. Inoltre, si sottolinea l’importanza di “equilibrare il tempo di utilizzo dello schermo con attività fisica e relazioni interpersonali, che devono sempre venire prima”.

Graduale autonomia digitale e specifica per fase

Si richiede una “graduale autonomia digitale e specifica per fase”: si suggerisce di privilegiare usi orientati alla socializzazione, come videochiamate o condivisione di immagini con amici e familiari, oltre a attività creative e critiche, all’interno di contesti educativi e con la guida di adulti. Si scoraggiano invece utilizzi passivi e non supervisionati in piattaforme commerciali. Milano, infatti, avverte che è poco prudente concedere totale libertà nella navigazione online durante l’infanzia e la preadolescenza, poiché i bambini non possiedono ancora le competenze necessarie per fronteggiare adeguatamente i rischi di Internet. È pertanto utile che genitori e figure educative accompagnino i minori nelle loro prime interazioni con il digitale, ponendo in atto misure appropriate come filtri per i contenuti e limiti di tempo. Le linee guida formulate da Milano nascono da un progetto di ricerca-azione all’interno dell’ecosistema Musa, sostenuto da fondi del PNRR, e rappresentano un approccio concreto per navigare tra le divergenze di opinioni sui temi educativi. Inoltre, esse mirano ad evitare che le famiglie si sentano isolate in un dibattito di portata globale, come sottolineato dalla vicesindaco e assessore all’Istruzione, Anna Scavuzzo.

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