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Il bus di “gente giusta”, il compartimento segreto e la chiamata tra tifosi avversari: come si pianificano gli scontri durante le trasferte

Un nascondiglio all’interno di un autobus è stato predisposto per “riporre le armi”. A bordo si trovano individui “adatti”, pronti a combattere se necessario. Le conversazioni tra i leader degli ultras delle squadre rivali avvengono come se fossero due conoscenti che devono incontrarsi in un bar, non per sorseggiare una bevanda, ma per affrontarsi fisicamente. L’indagine “Doppia Curva”, svolta dai magistrati milanesi Paolo Storari e Sara Ombra riguardo alle guide degli ultras di Inter e Milan, ha rivelato dettagli su una “vita quotidiana da ultras” che meriterebbero una narrazione a parte, considerando che attualmente, dal punto di vista legale, non ci sono colpevoli, bensì dei soggetti indagati. Il panorama ultras, con le sue dinamiche, la sua “cultura”, le alleanze, le amicizie e le rivalità, nonché una propensione alla violenza, rappresenta un universo “separato” dalla vita di tutti i giorni, ma pur sempre visibile e spesso documentato dai media (non solo in occasione delle inchieste). Inoltre, quella componente di tifo è la più “vivace”, caratterizzata da colori e rumori, e costituisce di per sé uno spettacolo che arricchisce l’atmosfera di ogni partita di calcio. Per questo motivo, esplorare a fondo le dinamiche in gioco può risultare affascinante. Ritorniamo alla questione della trasferta. Il 20 settembre 2023, l’Inter è attesa a San Sebastián, in Spagna, per un match di Champions League contro la Real Sociedad. Nove giorni prima, l’11, i leader dei tifosi nerazzurri iniziano a pianificare il viaggio.

Marco Ferdico e Antonio Bellocco discutono riguardo al pullman che deve essere caricato “con le persone giuste”, dopo essere stato preparato con un doppio fondo per occultare le armi, evitando così problemi durante eventuali controlli. Ma c’è anche un’altra questione da considerare: stabilire un contatto con i tifosi avversari. I capi ultras della Real Sociedad si erano già attivati, cercando il numero di qualcuno della Curva Nord. Gli spagnoli erano riusciti a contattare i loro “colleghi” ultras del PSV Eindhoven, recentemente gemellati con quelli dell’Inter. Questa rete di amicizie ha fatto supporre a qualcuno dei leader della Nord che gli scontri sarebbero stati evitati. “Gli amici dei miei amici sono anche miei amici.” Tuttavia, un altro ribatte: tra gli ultras della Real Sociedad e quelli del PSV esistono solo legami personali, non di gruppo. Inoltre, la ricerca del numero di telefono era finalizzata proprio a un possibile scontro con i tifosi interisti.

Con il passare dei giorni, il contatto avviene realmente. Il 19, i leader della Nord si organizzano per il viaggio che il giorno successivo, giorno della partita, li porterà a San Sebastian. Tuttavia, gli ultras spagnoli avrebbero preferito “incontrarsi” con i nerazzurri il 19, perché il 20 era prevista una massiccia presenza di forze dell’ordine. Marco Ferdico si trova a Cascina Gobba, dove partirà il pullman, insieme a pochi altri, e racconta della conversazione avuta poche ore prima con il capo ultras della Real Sociedad. Quest’ultimo desiderava sapere se i tifosi dell’Inter sarebbero arrivati direttamente il 19 a San Sebastian. “Gli ho risposto che saremmo arrivati domani,” riporta Ferdico ai suoi compagni.

“Domani ci sarà una forte presenza di polizia”, afferma Ferdico citando il “collega”. “Sono affari tuoi, è il tuo posto, vieni a cercarmi. Vi aspetto, dovete venire”, chiarisce Ferdico nella sua risposta. “Faremo tutto il possibile”, avrebbe risposto il supporter spagnolo. Poi Ferdico aggiunge: “Ma solo in amicizia, eh. Ci divertiremo a darci delle botte”. In amicizia.

I controlli rappresentano un momento cruciale. Il bus sarà soggetto a tre ispezioni da parte delle forze dell’ordine. La prima avverrà a Cascina Gobba, senza risultati significativi, poco dopo la conversazione precedente, poco prima di dirigersi verso San Sebastian. Successivamente, il giorno seguente, intorno alle due del pomeriggio, ci sarà un altro controllo a Oiartzun, al confine franco-spagnolo, anche qui senza rinvenire nulla di rilevante.

Un terzo controllo, però, iniziato con maggiore attenzione, avrà luogo con i pullman fermi davanti allo stadio di San Sebastian, mentre i tifosi nerazzurri si trovavano in centro. Qui verranno invece sequestrate alcune “armi”: razzi, due pugnali, catene, guanti rinforzati e strumenti per lanciare razzi, oltre a qualche asta per le bandiere. Le condizioni per un confronto non sembravano favorevoli. Il leader degli ultras della Real Sociedad aveva intuito bene, avvisando Ferdico che il 20 ci sarebbe stata una mobilitazione notevole del corpo di polizia, anche ben “armata”. Ferdico riferisce a Andrea Beretta, rimasto a Milano, per informarlo sull’andamento della situazione. “Tutti in assetto antisommossa, mitragliatrici pronte a puntare verso l’alto”, gli racconta. “Ci hanno detto: chiunque si muova, gli spariamo”. Infine, la partita si conclude con un pareggio, 1-1: Lautaro Martinez riesce a salvare il punteggio all’87’.

Entrambe le formazioni hanno raggiunto gli ottavi di finale, ma la Real Sociedad è stata esclusa dal Paris Saint-Germain, mentre l’Inter ha subito la stessa sorte per mano di un’altra squadra spagnola: l’Atletico Madrid. Tuttavia, questo è il mondo del calcio, e qui ci concentriamo sugli ultras.

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