Milano, 3 ottobre 2024 – Un piano per assassinare Andrea Beretta era già stato elaborato. Secondo quanto riferito, il capo ultrà dell’Inter aveva scoperto nei giorni precedenti che qualcuno lo avrebbe attirato in un luogo remoto per eliminarlo con un colpo di pistola e poi seppellirlo.
L’evento mortale
Tuttavia, Beretta ha agito per primo, colpendo a morte il suo rivale, Antonio Bellocco, la mattina del 4 settembre, davanti alla palestra Testudo di Cernusco sul Naviglio.
La situazione emerge dai documenti dell’inchiesta che ha portato all’arresto dei leader delle curve Nord e Sud dello stadio Meazza, ponendo in manette i principali rappresentanti del tifo organizzato rossonerazzurro.
L’interrogatorio
Subito dopo l’omicidio, Beretta è stato bloccato dai carabinieri del Nucleo investigativo. Durante l’interrogatorio, sembra che abbia rivelato ai pubblici ministeri l’esistenza di un “piano per ucciderlo”, previsto per essere attuato dopo che sarebbe stato invitato “tra giugno e luglio” a casa di Bellocco.
Le intimidazioni
Nella residenza del trentaseienne legato alla ‘ndrangheta, Beretta sarebbe stato oggetto di minacce da parte di alcuni emissari della famiglia di Gioia Tauro, inclusi quelli che si sono presentati come latitanti, in merito alla divisione degli introiti derivanti dal merchandising della Curva Nord.
### Le telecamere
Gli inquirenti erano già a conoscenza di quel incontro avvenuto il 23 luglio: le registrazioni hanno catturato la presenza di numerose persone davanti all’abitazione di Bellocco e l’arrivo di Beretta, il quale è rimasto all’interno del complesso residenziale per circa 45 minuti. È plausibile che si tratti proprio del colloquio menzionato da “Berro” ai pubblici ministeri poco dopo l’assassinio di Bellocco.
### La trappola fallita
Durante l’interrogatorio, il quarantanovenne, che aveva preso il controllo a San Siro da Vittorio Boiocchi e condivideva il potere con Antonio Bellocco e Marco Ferdico, ha dichiarato di aver ricevuto informazioni riguardo a un piano per eliminarlo: qualcuno lo avrebbe informato che l’idea era di sedarlo con un sonnifero, trasportarlo in un luogo isolato e assassinare, per poi occultarne il corpo.
### La pistola
Per tutelarsi, Beretta aveva cominciato a portare con sé una pistola con il numero di serie cancellato, nascosta in una fondina sotto l’ascella, insieme a un coltello. La mattina del 4 settembre si è consumato il confronto definitivo con Bellocco: quando quest’ultimo lo ha minacciato di morte, Beretta ha reagito; il trentaseienne di San Ferdinando è riuscito a sottrargli l’arma e a colpirlo all’anca, ma poi lo ha accoltellato almeno undici volte tra cuore e gola, continuando a infierire sul suo corpo.