Il viaggio attraverso i turbolenti decenni di attività criminale a Milano, tra gli anni ’50 e ’80, viene illustrato in una mostra che si apre oggi presso l’Archivio di Stato in via Senato. La mostra offre uno sguardo in profondità sulla city milanese – l’epicentro della “strategia della tensione” iniziata con la strage di piazza Fontana nel 1969, il periodo dei cosiddetti Anni di Piombo, e l’era della “Ligera” e delle sue fasi successive, personificate da Renato Vallanzasca.
Questa esposizione mette in risalto le fonti archivistiche – in prevalenza documentazione giudiziaria – che delineano la complessità e il drama della storia post-bellica milanese, e quindi italiana.
La prima parte della mostra è dedicata alle bande di malavitosi che tra gli anni ’50 e ’70 del secolo scorso hanno commesso una serie di sensazionali rapine. Da citare il gruppo che nel 1958 ha assaltato un portavalori in via Osoppo, portando via un bottino di 500 milioni di lire, ancora improntato all’agire della tradizionale microcriminalità milanese, ai gruppi Cavallero e della Comasina.
La seconda sezione invece si concentra sugli eventi principali correlati al terrorismo politico, come gli attentati del 1969 che hanno dato inizio alla strategia della tensione, l’omicidio del commissario Luigi Calabresi, quello del giornalista Walter Tobagi nel 1980, l’assalto alla Questura di Milano nel 1973, e altri episodi orchestrati da formazioni armate di diversa origine.