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“Soggetto sospettato di richiedere denaro, individuato nell’incendio mortale nel deposito di giovani. “

Le indagini proseguono riguardo all’incendio mortale che ha avuto luogo in Via Cantoni, nel quale hanno perso la vita tre giovani. L’attenzione è rivolta verso un possibile scenario di estorsione, con un ritratto robot del presunto colpevole in circolazione. Il sospetto è un giovane con capelli ricci castano chiaro, sopracciglia spesse, occhi scuri e leggera barba. Si crede che quest’ultimo abbia minacciato con un coltello i genitori del proprietario del negozio cinese “Li Junjun”, il cui showroom andò a fuoco la sera del 12 settembre causando la morte di tre ragazzi. Il fatale incendio divampò intorno alle 23:00, non lasciando alcuna possibilità di fuga al giovane studente proveniente da Suzhou, provincia di Jangsu, al disegnatore An Pan, 24 anni, e ai fratelli Yinjie L., 17 anni, e Yindan Dong, 18 anni, entrambi nati in Vicenza e originari di Yuhu, vicino Wencheng. Purtroppo, i tre avevano la sfortunata coincidenza di trovarsi nel posto sbagliato nel momento più tragico. Dormivano nel negozio, con l’area mostruaria davanti e magazzini sul retro, e quando l’incendio ha inghiottito la struttura, non hanno trovato via di scampo nel retro del negozio, privo di uscite di sicurezza, e sono morti per asfissia. L’immagine del sospetto è stata diffusa dalla comunità cinese. Ad oggi, l’incendio è considerato doloso, deliberatamente avviato e alimentato da qualcuno.

Basandosi su ciò che è stato finora scoperto dalle indagini, si ipotizza che l’incendiario abbia innescato l’incendio da un lucernario sul tetto, forse entrando o forse lanciando un oggetto all’interno dello stabile. L’incendiario avrebbe raggiunto il tetto tramite un ponteggio situato accanto al negozio cinese, che non aveva un sistema di allarme. Dopo aver commesso il crimine, l’incendiario avrebbe percorso il ponteggio in senso contrario e si sarebbe allontanato, lasciando però delle piste.

I carabinieri del nucleo investigativo, sotto la direzione del colonnello Antonio Coppola, stanno analizzando molte immagini dalle telecamere di videosorveglianza. In queste immagini ci sarebbe una persona che attira particolarmente l’attenzione. Questa persona sarebbe un uomo straniero, ma non cinese, che si allontana in direzione opposta alla stazione di Certosa.

Una foto, apparsa recentemente alla stazione dei carabinieri di Musocco, è stata consegnata dal proprietario del negozio distrutto nell’incendio. L’immagine è stata presentata dalla comunità cinese e mostra un uomo che, il giorno prima dell’incendio, avrebbe minacciato i genitori del proprietario del negozio, richiedendo 20.000 euro e utilizzando Google Translate per farsi capire.

Il titolare del negozio ha denunciato l’incidente la sera stessa, raccontando l’episodio di estorsione avvenuto solo poche ore prima. La procura di Milano, che ha avviato un’inchiesta per massacro, sta cercando di stabilire se ci sia un legame tra le minacce e l’incendio.

Potrebbe essere la stessa persona che ha richiesto il denaro l’incendiario responsabile del rogo. Una possibile pista potrebbe essere data dal ritratto parlativo realizzato dalla comunità cinese stessa, che, a quanto si è appreso, non diverrebbe molto dal presunto autore del misfatto. Domenica è stata dedicata alle commemorazioni nella città di Milano, sia per la comunità cinese che per il resto della popolazione. Un banner commemorativo con le immagini delle tre vittime è stato esposto in piazza Gramsci, dove è stata tenuta una cerimonia di addio. Sul banner era scritto “Profondo cordoglio per i connazionali defunti. Ferma condanna all’atto criminale doloso”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, era presente, ed ha poi espresso su Facebook il suo augurio di giustizia: “Mi auguro che i responsabili vengano trovati”. L’imprenditore noto come Francesco Wu ha dichiarato in riferimento alla tragedia alla fine della cerimonia “I tre ragazzi non avrebbero dovuto essere lì”. Ha anche rivelato che uno dei ragazzi era tornato dalla Cina solo tre giorni prima, mentre gli altri cinque giorni prima. “È una tragedia, non avrebbero dovuto perdere la vita in questo modo. Non riusciamo a comprendere il dolore che le loro famiglie stanno subendo. Queste sono famiglie che hanno perso tutto”.

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