Nel giro di pochi mesi, la zona sud della provincia di Milano ha registrato 55 casi di legionella. Dall’aprile a oggi, l’aumento è stato di un solo caso nella scorsa settimana. Dei 55 casi totali, 49 (89%) si sono verificati nella città di Corsico e 6 (11%) nella città di Buccinasco. La media di età dei pazienti colpiti dalla malattia è di circa 71,5 anni. Tra i casi con fattori di rischio, 46 pazienti sono stati dimessi e quattro sono morti. Queste informazioni sono state rilasciate il 9 settembre 2024 dall’Istituto Superiore di Sanità. Mentre tanto, nella zona milanese, le indagini sulla fonte dell’acqua infetta continuano.
La legionellosi, malattia polmonare causata dal batterio Legionella pneumophila, è legata a ambienti artificiali come sistemi idrici, serbatoi, tubazioni, fontane e piscine. Questi possono fungere da amplificatori e disperdenti del microrganismo, creando un potenziale pericolo per la salute pubblica.
Il contagio avviene solo attraverso l’inalazione di aerosol, piccole gocce d’acqua infetta. L’infezione non può essere contratta bevendo acqua contaminata, attraverso il cibo, o da persona a persona. Ci sono molti casi “sporadici”, indipendenti l’uno dall’altro, di legionellosi ogni anno. L’ultima statistica registrata dall’Agenzia di tutela della salute di Milano ha censito circa 400 casi tra la città metropolitana e la zona Lodigiana.
L’azione per individuare il batterio nelle case private, negli impianti industriali e nelle torri di raffreddamento degli edifici del settore pubblico non si interrompe. Stefano Ventura, sindaco di Corsico, ha emesso un’ordinanza per consentire agli amministratori di condominio, con i quali è stato predisposto un meeting per esporre le procedure da adottare, di effettuare lavori di manutenzione e sanificazione sulla rete condominiale. Sono stati inoltre diffusi vari richiami ai residenti per ottenere la loro collaborazione nel mantenere puliti e senza depositi calcarei i propri rubinetti, filtri frangiflusso, soffioni e tubi flessibili delle docce, soprattutto dopo periodi di assenza, con l’acqua non utilizzata per vari giorni.
L’epidemia del 2018
L’Agenzia di Tutela della Salute di Milano, segnala l’Iss, “è completamente coinvolta nel portare avanti indagini specifiche epidemiologiche, microbiologiche e ambientali e nell’implementazione di azioni preventive e di controllo, al fine di evitare l’emergenza di nuovi focolai”, in collaborazione con i sindaci e in coordinamento con l’Unità di Prevenzione della Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e il Ministero della Salute. Nel 2018, un’epidemia si verificò a Bresso (sei anni prima il paese nel nord dell’hinterland aveva contato 52 malati e cinque vittime). Tuttavia, a Bresso fu possibile identificare almeno una sorgente comune di contaminazione: la fontana del Mappamondo.