Oltre al test, il poliziotto è stato anche isolato dai colleghi che gli rivolgevano insulti omofobi
Termina il lungo calvario di un agente della polizia penitenziaria che, quando prestava servizio al carcere di Vercelli, era stato sottoposto a un test sulla personalità con domande attinenti a una sua presunta omosessualità. L’uomo verrà risarcito di 12.762 euro.
Il test per l’omosessualità
Il poliziotto si era trovato costretto a rispondere a una serie di domande ambigue riguardo al suo orientamento sessuale e alla sua presunta omosessualità. L’uomo aveva anche subito un procedimento disciplinare (archiviato) ed era stato mandato a fare accertamenti sulla sua personalità in un ospedale di Milano.
La sentenza e il risarcimento
L’agente si era dunque rivolto al sindacato Osapp, organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. Non solo aveva dovuto subire quel test, ma era stato anche isolato dai colleghi che avevano iniziato a rivolgergli insulti come “frocio”.
Il Tar si è infine pronunciato con una sentenza di condanna del dicastero e il poliziotto è stato risarcito con 12.762 euro dal ministero della Giustizia.