Antonia Parisotto consigliera comunale di Forza Italia a Cesano Boscone attacca prima il Pride e poi l'assessora all'Integrazione e Pari opportunità.
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Parole forti e aberranti quelle di Antonia Parisotto (Fi), consigliera di un comune del Milanese.
Antonia Parisotto: “Una squallida manifestazione che nulla ha di culturale”
È stato definito così il Pride di sabato 26 giugno a Milano. E ha aggiunto “Chiunque abbia un po’ di sale in zucca, sa benissimo che questi sono ritrovi di disadattati, soggetti schizoidi, in piena crisi dissociativa. E i ragazzini, invece, confusi e manipolati, lungi dall’aver alcun valore politico, hanno molto di psichiatrico e qualcosa di sulfureo… questi spettacolini, se non avessero l’aiuto dei forti poteri occidentali, resterebbero dei fenomeni folcloristici, risibili”.
I Sentinelli di Milano comunicano inoltre l’attacco all’assessora Ilaria Ravasi, per il Patrocinio al Pride.
La risposta dei Sentinelli ad Antonia Parisotto e la solidarietà del sindaco di Cesano Boscone a Ravasi
I Sentinelli in risposta commentano “Ci aspettiamo che oggi stesso, conscia della gravità di queste affermazioni pronunciate in un consesso istituzionale, Antonia Parisotto dia le dimissioni. Se ciò non avvenisse, diamo per scontato che le stesse siano pretese dal suo partito. La politica che si abbassa a un linguaggio del genere non è una cosa tollerabile. La mancanza di rispetto per le migliaia di donne, uomini e persone trans che partecipano ai Pride neanche. E poi ci vengono a dire che il ddl Zan andrebbe stralciato perché è una ‘legge bavaglio’ sulla libertà di pensiero. Qui il pensiero affonda dentro un delirio omolesbotransfobico“.
Il sindaco di Cesano Boscone, Simone Negri, pubblica online “Solidarietà all’assessora Ravasi per l’attacco personale subito e condanna delle parole di odio sentite rispetto a chi ha partecipato al Pride“.
Ilaria Ravasi risponde ad Antonia Parisotto
Ilaria Ravasi -assessora a Integrazione e pari opportunità- dichiara “La comunicazione della consigliera Parisotto, che in realtà vorrebbe essere un’interrogazione, si configura invece come un attacco alla mia persona per aver patrocinato la Milano Pride (il patrocinio l’ha dato la giunta, non io, una politica di lungo corso dovrebbe saperlo). La cosa grave è che diventa un attacco al ddl Zan e ai gay definiti come: ‘Psichiatrici disadattati con un ché di sulfureo’. Vogliono farvi credere che il ddl Zan non serva. Hanno paura”.
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