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Cernusco sul Naviglio, cartello shock: “L’unica ‘Speranza’ è che muoia Conte”

Un cartello shock con un messaggio indirizzato al premier Giuseppe Conte è stato avvistato all’ingresso di un negozio a Cernusco sul Naviglio.

Cartello

Un cartello riportante un macabro augurio rivolto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato affisso all’ingresso di un negozio a Cernusco sul Naviglio, a Milano.

Cernusco sul Naviglio, cartello shock contro Conte

La fotografia della porta d’ingresso di un negozio situato nell’hinterland milanese alla quale è stato attaccato un cartello con una scritta indirizzata al premier Conte è stata condivisa su Twitter da Selvaggia Lucarelli.

Il cartello, avvistato in località Cernusco sul Naviglio, riporta il seguente messaggio: «L’unica ‘Speranza’ è che muoia Conte».

Il riferimento, quindi, non è soltanto a Conte ma anche al ministro della Salute Roberto Speranza e può essere classificato come uno dei tanti atti di protesta manifestati da ristoratori e commerciati contro il nuovo status di ‘zona rossa’ attribuito alla regione Lombardia a partire da domenica 17 gennaio 2021.

Il messaggio shoccante postato a mezzo tweet dall’opinionista e giornalista Selvaggia Lucarelli è stato commentato da decine e decine di utenti, spaccati tra coloro che difendono o giustificano il gesto tentando di immedesimanti con le difficoltà vissute dai commercianti e dai ristoratori lombardi e tra coloro che condannano duramente una simile violenza verbale.

Le proteste di commercianti e ristoratori in Lombardia

La nuova classificazione in zona rossa della Lombardia ha scatenato numerose iniziative di protesta e ribellione contro l’ennesima chiusura delle attività di ristorazione e commerciali della regione. Tali iniziative sono esplose in modo particolarmente dirompente dopo le festività natalizie e un numero sempre maggiore di ristoratori sta decidendo di aderire alla campagna social battezzata #Ioapro. In questo modo, gli imprenditori hanno stabilito di tenere aperte al pubblico le proprie attività, preferendo il rischio di essere sanzionati piuttosto che persistere nell’affrontare le svariate difficoltà scaturite dai lunghi periodi di chiusura imposti a livello governativo. I professionisti del settore, infatti, vogliono esprimere il proprio dissenso e porre l’accento sui disagi economici che la categoria sta affrontando da circa un anno a causa delle limitazioni o delle totali paralisi lavorative indotte dall’emergenza sanitaria in atto.

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