“Ammazza quante sono le radical chic in Italia…”. Mi permetto di citare il commento sarcastico di un mio amico, riferito all’uscita del ministro Gelmini, per commentare la manifestazione di ieri “Se non ora quando?”.
C’eravamo tutte, anche se non ci siamo incontrate, in una Piazza Castello gremita e tracimante all’inverosimile: una fiumana di amiche, madri, figlie, fidanzate, lavoratrici precarie (e non) ha invaso pacificamente, in un pomeriggio uggioso e grigio, un luogo troppo piccolo per contenere l’indignazione e la voglia di protestare contro l’immagine stravolta delle donne italiane (c’erano anche Eleonora Bianchini di Internet e Politica e Valentina Sansoni di Cultura 2.0, che ha realizzato la foto qui sopra e quelle della gallery che trovate più avanti nel post. Marilena De Giorgio invece ha seguito la manifestazione di Torino).
Con loro c’erano anche tanti, tantissimi uomini, stufi del modello che viene propagandato, con le parole e con i fatti, da questo governo e da questa scalcagnata Italia.
Nessuno si aspettava una partecipazione del genere. C’era talmente tanta gente che si cercava contemporaneamente che le linee telefoniche sono crollate. Questa volta insomma le donne sono state punte davvero nel vivo e hanno – finalmente – aderito alla chiamata a raccolta, un appello rimasto per troppo tempo inascoltato.
Alla faccia di una Minetti senza vergogna, che continua imperterrita a predicare l’uso della bellezza – per spillare soldi a qualche pollo evidentemente.
Speriamo che la mobilitazione iniziata ieri rimanga viva a lungo, per una vera e definitiva rivoluzione culturale. Il ‘favoloso mondo di Nicole’ in fondo è solo la pallida illusione di un impero destinato a svanire.
ps. “Perchè urlare che ‘le donne sono diverse’ se abbiamo lottato per la parità dei sessi? […] È visibile il fraintendimento: vogliamo affermare il potere delle donne dimenticando la nostra femminilità?”
La provocazione della Madama Dorè su Affaritaliani si commenta da sola. Secondo la Minetti (applicando la proprietà transitiva) la manifestazione di ieri invocava l’abbandono della femminilità in favore dell’equazione “bruttamaintelligente”. Casca a fagiuolo quindi, come si suol dire, uno stralcio del discorso di Giulia Bongiorno (di Fli, in una manifestazione “faziosa” secondo qualcUNO):
“Non sono qui per criticare i festini hard, ma per farlo quando diventano sistema di selezione della classe dirigente. Chi tace in questa situazione può diventare complice. Questa non è una piazza di moralisti, come ha detto qualcuno nei giorni scorsi, questo è un modo per sminuire la vostra presenza qui. Si ha paura di voi”
Piccola nota: speriamo che almeno le veterofemministe si facciano vive per quell’“abbiamo lottato”. Da pelle d’oca.