In due monolocali di Milano, in via Ferrante Aporti (zona stazione Centrale. In foto la ‘famosa’ discesa dei tossici, ora chiusa) sono stati scoperti due viados brasiliani sieropositivi. Nonostante questo però i due si prostituivano: trecento clienti a testa al mese per un giro complessivo di affari di 250 mila euro all’anno come riporta il Corriere.
I due, clandestini, hanno 26 e 38 anni. Il primo è stato già espulso, mentre l’altro ha ricevuto un ordine di espulsione della questura di Rimini. ‘Grazie’ alla malattia però hanno evitato l’arresto.
Il vicesindaco Riccardo De Corato ha spiegato:
“Il pm ha negato l’arresto. In questo modo il contrasto alla clandestinità, in particolare di chi è recidivo e non rispetta gli ordini di allontanamento, risulterà sempre più virtuale. E’ infatti presumibile che queste persone li ritroveremo ancora in giro, creando problemi di sicurezza e un rischio per la salute pubblica vista la condizione di sieropositività della quale dubito informassero i clienti”
Gli immigrati sieropositivi, anche se irregolari, hanno diritto di restare in Italia se nel loro Paese di origine non hanno la possibilità di ricevere cure adeguate e possono di conseguenza chiedere un permesso di soggiorno ‘per cure mediche’.
Però molti continuano con la loro attività. L’assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna ha commentato:
“I due transessuali sieropositivi indagati non sono le uniche mine vaganti presenti sui nostri marciapiedi. Il fenomeno è ampio: una ‘lucciola’ su due, tra prostitute e trans, è positiva al virus Hiv. L’unica soluzione che potrebbe arginare l’emergenza sanitaria è legalizzare la prostituzione”
Non possiamo che essere d’accordo. E, sul rischio di contagio, ribadiamo che chiedere un rapporto sessuale senza adeguata protezione è da folli.
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