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Crisi, a Milano chiudono 500 negozi. Abbigliamento e cartolerie i più colpiti

Sotto la scure della crisi economica a Milano e in Lombardia sono finite anche numerosisime attività commerciali al dettaglio. La Camera di Commercio del capoluogo lombardo calcola in 529 il saldo negativo tra nuove iscrizioni (756) e chiusure (1285). Dalla medesima indagine emerge anche il dato a livello regionale: 1773 attività chiuse. Dati che rispecchiano in pieno l'andamento nazionale e che vedono i settori dell'abbigliamento (-80%) e i negozi di cartoleria (-42%) tra i più colpiti dalla recessione. Male anche gli ambulanti (-67%). (fonte immagine)

"La redditività delle attività commerciali è scesa sotto lo zero, non ci sono in questo momento negozi che guadagnano ma negozi che sopravvivono – dice Giorgio Montingelli, consigliere delegato per il territorio dell'Unione del Commercio – Le vendite di abbigliamento e pelletteria sono al di sotto del 30 per cento rispetto all'anno scorso, bar e ristoranti registrano un meno 15, l' alimentare meno 5. E aumentano i cartelli di affittasi". 

"Oltre 50 mila esercizi al dettaglio hanno già chiuso nei primi 9 mesi del 2009  – spiega invece il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, fotografando la situazione a livello nazionale – e a fine anno si prevede un saldo negativo tra aperture e chiusure di circa 20 mila unità". Pesanti le ricadute sull'occupazione: 130 mila dipendenti in meno entro la fine del 2009 e 180 mila nel 2010". L'atteggiamento più prudente delle famiglie è ovviamente il primo responsabile del crollo: "tra il 2000 e il 2008  – continua Sangalli –  i consumi pro-capite sono cresciuti in media di appena lo 0,5% l'anno, mentre ormai le spese obbligate assorbono quasi il 40% della spesa complessiva".

Ma torniamo in Lombardia. La Camera di Commercio di Monza e Brianza analizza il problema sul fronte dell'accesso al credito. Nel 2009 oltre il 40% degli imprenditori lombardi ha chiesto nuovi finanziamenti alle banche ma l'11,7% ha lamentato difficoltà di ottenere anticipazioni dagli istituti di credito. E il 60% degli imprenditori lombardi ha dovuto attingere dai propri risparmi sottraendo nel 2009 quasi 1,5 miliardi di Euro. In pratica, ogni artigiano o commericnate ogni mese deve preleare oltre 500 euro per tenere in piedi la propria attvità.

E per via della crisi aumenta anche il numero di chi vende i gioielli di famiglia in cambio di liquidità. Sono 30 mila secondo i gioiellieri i preziosi ricordi venduti dai privati nell'aera milanese. Trovate qui i numeri della produzione di gioielli nella nostra regione per il 2009

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