Un incubo durato 18 lunghi anni quello vissuto da una donna, vessata da suo marito. L'ennesima vicenda di violenze in famiglia, resa più complessa dalla distanza e dalle differenze religiose e culturali. Un'impiegata milanese nel 1991 incontrò un uomo egiziano. Contro il parere dei parenti lo sposò, si convertì all'islam e iniziò a frequentare la moschea di viale Jenner.
Dal matrimonio sono nati sei figli, ma subito dopo il matrimonio la vita è diventata un vero e proprio incubo: botte, imposizioni, ordini, divieti e violenze di ogni tipo.
"Devo raddrizzarti" le urlava lui. "Raddrizzare" questa moglie che osava contraddirlo, lui, il suo "profeta" come amava definirsi.
Nemmeno le gravidanze fermavano la sua furia. Figurarsi esprimere un parere, o una critica. Violenze contro di lei, ma anche contro i bambini.
"Nel 2001 ero incinta e ha dato talmente tanti schiaffi al nostro bambino da lasciargli il viso gonfio per due giorni solo perché stava piagnucolando perché la sorella non gli permetteva di giocare alla Playstation. Non intervenni, se l'avessi fatto avrebbe picchiato anche me"
Questa donna, nonostante il terrore quotidiano in cui versava per la paura di fare qualcosa di sbagliato, non ha mai confessato a nessuno il suo dramma. Forse per non sentirsi dire "te l'avevo detto".
Nel '94 aspettava la seconda figlia e fu presa a calci, pugni e morsi, anche al ventre come racconta il Corriere. In un'occasione avrebbe anche mostrava ai figli il sangue della donna sul pavimento o il suo viso schiacciato dalla suola della scarpa in modo da mostrare quale doveva essere la "posizione di una moglie".
Un comportamento che non si può commentare. Specialmente quello con i figli: la figlia maggiore a 11 anni è stata picchiata selvaggiamente per non aver voluto mettere il velo e botte per tutti i figli se non volevano frequentare la scuola araba di via Quaranta. Raccontano
"La odiavamo perché volevamo andare in quella italiana. Lì gli insegnanti ci picchiavano con dei bastoncini se non avevamo studiato bene. Era obbligatorio pregare e portare il velo. La odiavo"
Nel 2004 l'uomo trasferisce in Egitto la famiglia, ma lui resta a Milano.
Dopo tre anni la donna decide di ribellarsi, ma lui la minaccia
"Venerdì vengo e ti sgozzo"
Lei trova il coraggio di confessare tutto alla sorella cheriesce a farla scappare. Per l'uomo è stato chiesto il rinvio a giudizio.