La cultura, si sa, ha un suo prezzo. Ma se i fondi statali vengono continuamente ed abbondantemente tagliati, questo prezzo chi lo paga???
Diciamo che la diatriba affonda le sue radici in tempi lontani. La pietra dello scandalo, però, è stata lanciata quando il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha avviato la proposta di tenere i musei aperti anche il 1°maggio.
Idea bellissima di per sè, così in un giorno di festa generale, si può godere delle bellezze artistiche che Milano ha da offrire ai suoi cittadini (e colgo l'occasione per ricordarvi che ce ne sono parecchie…). Il comune, nella persona fisica di Vittorio Sgarbi, ha subito accolto con favore l'iniziativa. Infatti, in occasione del ponte del primo maggio, i musei civici, fatta eccezione del museo di Milano e del museo delle arti decorative del Castello Sforzesco, e le mostre promosse dall'Assessorato alla Cultura nelle principali sedi espositive saranno aperte al pubblico (vedi Palazzo Reale, Rotonda della Besana, Museo di Storia Contemporanea).
Ma, per esempio, il Cenacolo vinciniano e la Pinacoteca di Brera terrano le loro porte chiuse. Perchè?? Un po' stupiti da questo fatto abbiamo provato a chiarire la situazione chiedendo il motivo a Marzia Oggiano, segretaria provinciale sezione pubblica della Cgil.
Con lei ho cercato di capire meglio la situazione chiedendo "come mai il comune di Milano si è prodigato per l'apertura dei musei anche in concomitanza con la festa dei lavoratori e i musei statali no". Premettendo che i musei civici e quelli statali sono due cose diverse, la prima cosa che Marzia mi ha detto è che quando il Ministero ha fatto la famosa proposta di cui ho parlato all'inizio, Brera e il Cenacolo non sono stati presi in considerazione. A parte questa "sottigliezza", il tutto pare risolvesi in una mera questione di soldi e inoltre aprire o non aprire il 1°maggio sarebbe solo la punta dell'iceberg.
Il problema di fondo starebbe, quindi, nei tagli pubblici in ambito culturale. Taglia che ti ritaglia non ci sarebbero abbastanza soldi per pagare il personale di sicurezza e ahimè, senza di loro non si va da nessuna parte. Con la vigilanza che c'è ad oggi, a mala pena si coprono i turni ordinari, figuriamoci trovare sostituti o pagare il lavoro straordinario. La carenza di organico è un male diffuso in ambito museale (sia a livello comunale, che regionale o statale nessuno gode di ottima salute), dove ci sono pochissimi posti fissi e qualche precario. Quindi con Marzia Oggiano si è concluso che dopo aver più e più volte denunciato una situazione insostenibile di scarsità delle risorse è arrivato il momento di investire in modo serio su queste strutture per garantirne la sopravvivenza.
Certo è un vero peccato che domani tra una manifestazione e un comizio qua e là non si possa andare ad ammirare L'ultima cena. E allora possiamo solo augurarci che qualcuno questo prezzo, prima o poi, lo paghi…altirmenti??