Mancano pochi giorni al termine della lunga campagna elettorale e all’apertura delle urne che decreteranno il nuovo primo cittadino di Milano.
Le polemiche su pistole e fondi elettorali e i sondaggi che danno il sindaco uscente Beppe Sala come favorito non spaventano Luca Bernardo, candidato della coalizione di centrodestra, che a Notizie.it esprime “grande soddisfazione. Devo dire che dal momento in cui mi hanno designato come candidato mi sono trovato davanti a un bivio. Ho deciso di accettare spinto soprattutto dalla forza che mi danno gli uomini e le donne, i bambini e i ragazzi che incontro tutti i giorni nei quartieri della città”.
In campagna elettorale si è concentrato proprio su quei quartieri che gravitano attorno al centro di Milano e sul tema della sicurezza.
Quei quartieri devono essere rigenerati e ricostruiti, quindi ci sono alcune case che andranno abbattute. La sicurezza è fondamentale, è un’esigenza primaria per avere una vita normale, per vivere e non sopravvivere in quei quartieri. Servono figure come il vigile di quartiere, serve che gli uomini e le donne della polizia locale stiano in mezzo alla gente.
Occorre riportare i presidi per le vie della città, come con Strade Sicure. Un altro tema fondamentale è quello della detassazione. Abbiamo il più alto livello di tasse locali, tra Imu, Tari, tasse del suolo: basta prendere dalle tasche di coloro che hanno sofferto. Stiamo affrontando i danni causati dalla pandemia, ora dobbiamo guardare avanti. Quello che ho trovato sorprendente è la risposta a braccia aperte del nostro sindaco uscente che si può riassumere così: ‘Non si può fare’.
Io, da manager della sanità, dico che si deve fare perché il lavoro del manager è proprio quello: trovare soluzioni concrete quando ci sono problemi e necessità per i commercianti, per l’industria, per le imprese, per i cittadini milanesi.
Secondo lei il problema della sicurezza va di pari passo con il tema dell’immigrazione?
Io credo che la città di Milano sia la città del sogno per tanti di noi: per chi ci è nato, per chi ci è passato, per chi viene qui ogni mattina a lavorare.
Deve esserlo anche per coloro che decidono di venire qui in maniera legale, non abusiva. Questi uomini e queste donne devono avere la possibilità di trovare un’occupazione, una casa e vivere quel bel sogno rilanciando Milano.
In questi giorni Milano ha ospitato lo Youth4Climate e il PreCop26. Cosa vede nel futuro di Milano dal punto di vista della sostenibilità ambientale e della riduzione delle emissioni?
Sono assolutamente contrario a quello che è “l’ambiente green alla moda”.
Credo invece che l’ambiente sia qualcosa di importante e necessario, fondamentale per la nostra vita e per quella dei nostri figli. Ho detto a Greta Thunberg venisse a fare un giro con me nei quartieri difficili, complessi, dove c’è degrado, abbandono, dove il verde non è verde. Non c’è vita, non c’è dignità nel vivere in quelle abitazioni. Poi immagino una mobilità e un’accessibilità che sia esigenza primaria per Milano, per esempio grazie a piste ciclabili sicure.
Oggi ce ne sono diverse, basti pensare a Lorenteggio o Corso Buenos Aires, ma sono a rischio sicurezza. Dobbiamo agevolare e risolvere.
La riqualifica delle periferie è sicuramente una questione calda. Alcuni progetti sono già partiti, ma serve proseguire.
Quello che ho visto negli ultimi cinque, anzi dieci anni, è che il buon governo del centrodestra ha permesso alla sinistra di tagliare costantemente nastri. Ora i nastri non ci sono più, sono finiti.
Bisogna pensare a progetti e a opere che rimangano però da oggi fino al 2030. Non dobbiamo più parlare di periferie ma semplicemente di quartieri di Milano, perché Milano è una città policentrica. Sono stato in viale Aretusa e in zona Segesta, ho incontrato persone anziane che mi hanno detto di aver comprato casa negli anni Ottanta, quando addirittura ci chiedevano la fedina penale. Oggi invece in quelle case c’è degrado, abusivismo, uno stato di illegalità e di microcriminalità.
Gli spacciatori sono i veri padroni di quelle aree. E allora dobbiamo riqualificare attraverso rigenerazione, ristrutturazione e soprattutto abbattimento di questi palazzi che non danno alcuna dignità di vita.
Ha parlato di Segesta, ora spostiamoci verso San Siro. Come affronta la questione stadio?
La affrontiamo con certezza e chiarezza perché il centrodestra l’ha inserita nel programma. A sinistra invece il sindaco uscente Sala in cinque anni non è riuscito a trovare ancora un accordo e credo che nessuno abbia voglia di investire sul nulla.
Il parcheggio di San Siro di giorno è deserto, di notte invece diventa un luogo di spaccio, di droga, di prostituzione, di molestie, di fastidio. La domanda da porsi è: cosa fare dello Stadio Meazza, che è un patrimonio storico? Se entrerò a Palazzo Marino, chiederò ai tecnici di darmi tre risposte: quanto costa abbatterlo in termini economici? Quanto in termini ambientali? Quanto costa e quanti danni potrebbe fare trasportarlo? Io immagino un distretto sportivo, come quelli che già esistono in altri Paesi del mondo, che possa essere attrattiva per la nostra città tanto quanto i teatri, i festival e la Fashion Week.
Qual è il suo bilancio – professionale e personale – di questa campagna elettorale e cosa si aspetta da questo primo weekend di ottobre?
La cosa più importante è che chi entrerà a palazzo Marino diventi il sindaco dell’intera città di Milano, anche della città metropolitana, e soprattutto che sia un “sindaco porta a porta”: deve stare fuori, in mezzo alla gente. Vengo dal mondo della medicina dove esistono gli ambulatori. Vorrei che, da sindaco, il mio ufficio fosse come un ambulatorio, aperto almeno due volte la settimana, dalle nove alle dieci, per prendermi cura dei miei cittadini.
Verranno da me con o senza appuntamento e parleranno con me direttamente, raccontando la loro vita e i loro problemi. Anche solo l’ascolto è già una risposta. Dobbiamo far sì che la nostra città torni a essere una delle capitali mondiali non solo economiche, creare un’alleanza tra le imprese, i commercianti e i cittadini per risolvere i problemi con concretezza. Per questo le persone che formeranno la Giunta dovranno avere merito, professionalità e competenza.
Si andrà al ballottaggio?
Mi aspetto qualche sorpresa per il sindaco uscente, che pensava già di avere vinto a mani basse. Dopo cinque anni le cose o le hai fatte o non le fatte. Prendiamo, per esempio il carcere di San Vittore. Sono stati cinque anni del nulla? Secondo me sì. E allora, lo dico da cittadino e candidato, chi deciderebbe di investire sul nulla?
Si è parlato molto anche dei suoi tatuaggi.
Qual è la verità? Quanti ne ha davvero?
Devo ammettere che non li conto. Non sono completamente tatuato, ma ne ho diversi sulle braccia e sulle gambe. Il più importante è questo sull’avambraccio, un leone con una rosa sotto. Il leone è il mio segno zodiacale, è un animale forte ed elegante. La rosa gialla invece rappresenta l’amicizia, la sensibilità e l’aiuto per gli altri.