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Bernardo: “Ho il porto d’armi ‘occulto’ da difesa”: è polemica sulla pistola

L'annuncio del candidato sindaco di Milano Bernardo e la polemica sulla pistola in ospedale.

Luca Bernardo Fatebenefratelli

Il candidato sindaco del Centrodestra, Luca Bernardo, ha ammesso di aver portato l’arma in ospedale, “ma non in corsia”.

Bernardo e la pistola personale

Durante una conferenza stampa a Palazzo Pirelli per presentare il progetto di legge per l’istituzione del ‘garante regionale per la tutela dei diritti delle persone anziane’, il pediatra del Fatebenefratelli ha dichiarato “Ho un porto d’armi da difesa personale, il che vuol dire che in tutta Italia, tranne nelle aggregazioni politiche, posso portare l’arma addosso. Quindi, idealmente anche in ospedale, in corsia, sulla metro, in tram, in macchina, ovunque. In corsia non l’ho mai portata e non la porterò mai. È un titolo che può essere rilasciato solo dalla Prefettura, non dalla Questura, e può essere rilasciato solo per motivazioni”.

Bernardo: la pistola si può trasportare ovunque

Il Pd non è rimasto fermo a guardare: lo dimostra la richiesta di accesso agli atti all’ospedale Fatebenefratelli. E Bernardo aggiunge “Al Pd ignorano le cose, perché se uno ha un porto d’armi da difesa personale ha la possibilità di trasportarla ovunque e sempre e non deve avvertire nessuno per legge perché si chiama ‘porto occulto’. Il Fatebenefratelli non deve neanche rispondere perché posso andare ovunque tranne che nelle aggregazioni politiche“.

Bernardo, pistola: parla Pietro Bussolati

Pietro Bussolati, consigliere regionale della Lombardia, ha richiesto l’accesso agli atti per venire a conoscenza se l’ospedale fosse informato sulla situazione e afferma “Stento a credere che Luca Bernardo possa essere entrato in ospedale armato senza avvertire la dirigenza, se lo avesse fatto avrebbe tenuto una condotta da irresponsabile. E come può dire che il Fatebenefratelli non risponderà a un accesso agli atti? A che titolo lo dice? Peraltro, a quanto lascia intendere, il porto d’armi sarebbe motivato da rischi per la sua persona, forse per aver ricevuto minacce, ma se così fosse a maggior ragione l’ospedale avrebbe dovuto essere informato, perché sarebbe stata una ragione di rischio per l’intera struttura, soprattutto in un reparto delicato come la pediatria”.

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