“Ma chi ha detto che ci sono state queste feste? Finora abbiamo sentito soltanto l’accusa”
Figurarsi se Roberto Formigoni non tentava la carta del negazionismo sulla penosa vicenda Ruby-bunga bunga, in un estremo tentativo di difesa del capo del suo partito e della consigliera che proprio Berlusconi gli ha appioppato, Nicole Minetti.
Che ieri è stata sentita ‘a sorpresa’ dai pm di Milano, per evitare l’assembramento di giornalisti davanti al Tribunale, e che ha faticato molto nei giorni scorsi per scollarsi di dosso la pesante etichetta di ‘maitresse’.
Lei è una ‘donna normale’, ci ha tenuto a specificare a IlGiornale, ‘laureata con 110 e lode’. Però la santa subito si è avvalsa della facoltà di non rispondere sui legami con le ragazze del residence di via Olgettina e sull’organizzazione delle feste fatte a villa san Martino ad Arcore (la richiesta di rito immediato per il premier arriverà in settimana). Ovvero la questione più spinosa.
Intanto la raccolta firme lanciata da Sara Giudice qualche giorno fa continua a mietere successi.
Qualche giorno fa la pidiellina annunciava che le firme raccolte sono quasi 8mila:
“La mia, la nostra è una voce fuori dal coro, me ne rendo conto, ma arriva il momento in cui bisogna ripartire, una sorta di anno zero della politica. Ora quel tempo è maturo e lo dimostrano le firme, testimoni di come nel Pdl, e non altrove, ci siano tanti malumori”
Ma ci sono anche molte altre donne che hanno deciso di dire basta a questa ‘Repubblica del pilu’ (per citare il finto politico Cetto La Qualunque interpretato dal comico Antonio Albanese).
Sono le migliaia di donne, di tutte le età, che sabato scorso hanno riempito all’inverosimile Piazza della Scala per chiedere le dimissioni del premier.