La Scala riabbraccia il pubblico a partire da mercoledì 9 giugno.
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Il Balletto della Scala torna ad appassionare con quattro coreografi e tre serate dal vivo da mercoledì 9 giugno alle ore 19. Ingressi contingentati: massimo 500 spettatori.
Balletto dal vivo: Manuel Legris è il direttore
Autore di “Verdi Suite”, Manuel Legris si è messo all’opera creando una versione ampliata del balletto per l’evento “A riveder le stelle” trasmesso in tv lo scorso 7 dicembre.
Oltre ai ballabili delle opere verdiane “I vespri siciliani”, “Jérusalem” e “Il Trovatore” in francese alla coreografia si aggiungono estratti dal “Ballo della Regina” (La Peregrina) del “Don Carlos”.
Legris commenta: “Ho deciso di dedicarlo a Carla Fracci che era molto legata alle musiche di Verdi e aveva interpretato in tv Giuseppina Strepponi, moglie del compositore. Stiamo anche pensando a un omaggio speciale per lei nella prossima stagione” e aggiunge “Da fine giugno inizieremo le audizioni per coprire i posti vacanti nell’organico: 8 in tutto, tra corpo di ballo e primi ballerini”.
Balletto dal vivo: la novità di Lukács
La prima parte della serata prevede una novità: “Movements to Stravinsky” dell’ungherese András Lukács che confessa “Mi sentivo distante dalla musica di Stravinsky finché non ho sentito il suo “Pulcinella”, cui ho aggiunto estratti da “Apollon”. Ho disegnato anche i costumi, cercando un contatto tra il passato, evocato dalle gorgiere che indossano i danzatori, e la sensibilità moderna“.
Balletto dal vivo: dirige l’Orchestra Kevin Rhodes
“È una serata con stili diversi” – ha commentato Rhodes – “che unisce due pezzi che sono su musica scritta per il balletto e due su musica non destinata al balletto”. Al pianoforte troviamo Davide Cabassi che ci farà emozionare con le musiche di Shostakovich e Stravinsky.
Debutta anche il rinomato “Canon in D Major” del ceco Jirí Bubenícek che rivela un segreto “L’ho dedicato a mia nonna cui sono stato affidato da bambino, con mio fratello, dai nostri genitori acrobati. Non ho potuto essere presente al suo funerale: questa danza di tre angeli che accompagnano un’anima in Paradiso è per lei“.
Compito del pietroburghese Alexei Ratmansky sarà quello di chiudere la serata con “Concerto DSCH” sul concerto n.2 in Fa maggiore Op.102 di Shostakovich. E confessa “Shostakovich lo compose negli anni 50, un’epoca di speranza per la Russia che si lasciava alle spalle la Seconda guerra mondiale e l’era staliniana e che, per me, rispecchia la gioventù dei miei genitori”.
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