Una protesta clamorosa si svolge in via Saldini. Banchi, sedie e libri occupano il marciapiede, mentre gli studenti di Matematica dell'Università Statale d...

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Una protesta clamorosa si svolge in via Saldini. Banchi, sedie e libri occupano il marciapiede, mentre gli studenti di Matematica dell’Università Statale di Milano alzano la voce contro il degrado del Palazzo delle Scienze di Città Studi. Da due settimane, la loro mobilitazione denuncia una situazione insostenibile: biblioteca chiusa, infiltrazioni d’acqua e amianto nei tetti. Una condizione che non solo mette a rischio la salute, ma compromette gravemente anche il percorso di studio e socialità degli studenti.
Il cuore della contestazione
Il punto di rottura? La biblioteca da cento posti, chiusa da agosto 2024. Gli studenti lamentano la difficoltà di trovare spazi adeguati per studiare, in particolare i neolaureati. “Non riusciamo a concentrarci, i risultati sono in calo e la situazione è insostenibile”, racconta uno di loro, visibilmente frustrato. La mancanza di spazi provoca un vero e proprio crollo nei risultati degli esami del primo anno.
Un campus inaccessibile
All’interno dell’edificio, la situazione è disastrosa. Il cortile è invaso da una gru, mentre il sistema antincendio è in fase di montaggio. Molte aule e uffici restano inutilizzabili, e i materiali di costruzione riempiono gli spazi comuni. “Siamo in un cantiere a cielo aperto”, commenta un altro studente, mentre osserva il proprio ambiente di studio trasformarsi in un labirinto di calcinacci. E poi c’è l’amianto, una presenza inquietante che aleggia sulle teste di chi frequenta questi luoghi.
Un degrado che ha radici lontane
Il disagio non è certo una novità. I lavori di ristrutturazione sono cominciati nel 2019, ma sono stati rallentati dalla pandemia di Covid-19. Oggi, continuano tra mille difficoltà e sotto la supervisione della Sovrintendenza, dato che l’edificio – costruito tra il 1928 e il 1930 – è soggetto a vincoli di tutela. Ma per gli studenti, il peso della storia non è una giustificazione. “Un dipartimento d’eccellenza non può vivere tra i calcinacci”, affermano con determinazione.
Un futuro incerto
La protesta si intensifica: gli studenti chiedono spazi sicuri e dignitosi per il loro percorso di studi. La situazione attuale non solo frustra le loro aspirazioni, ma mina anche la qualità dell’istruzione. “Dove dobbiamo andare a studiare? Non possiamo continuare così”, dicono in coro. La domanda rimane sospesa nell’aria, senza una risposta che possa soddisfare le loro esigenze.
Prospettive e speranze
Alla luce di queste circostanze, è evidente che il futuro del Palazzo delle Scienze è incerto. I lavori di ristrutturazione sembrano non avere una fine in vista, mentre gli studenti continuano a lottare per i loro diritti. “Speriamo in una soluzione rapida”, afferma uno di loro, con un misto di speranza e rassegnazione. La comunità accademica è in attesa di sviluppi. La lotta per un ambiente di studio dignitoso e sicuro è solo all’inizio.