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Condanna per un medico accusato di violenza sessuale su pazienti a Milano

Un caso di violenza sessuale che ha scosso la comunità sanitaria milanese

Immagine di un medico accusato di violenza su pazienti
Un medico di Milano condannato per violenza sessuale su pazienti.

Un caso di violenza in ambito sanitario

Un medico di 42 anni, in servizio come guardia medica tra San Donato, San Giuliano Milanese e Milano, è stato condannato a dieci anni di reclusione per violenza sessuale aggravata. Le vittime, nove donne di età compresa tra i 30 e i 40 anni, hanno denunciato abusi avvenuti durante le visite mediche. La sentenza, pronunciata dal giudice per l’udienza preliminare di Milano, Luigi Iannelli, ha previsto anche un risarcimento per le vittime, con provvisionali che variano tra i 20 e i 30mila euro.

Le modalità degli abusi

Secondo l’accusa, il medico avrebbe sfruttato la sua posizione professionale per compiere atti di violenza sessuale, alterando in alcuni casi i documenti clinici per giustificare le sue azioni. In tre episodi specifici, avrebbe redatto referti falsificati, cercando di nascondere le sue manovre illecite. La difesa ha tentato di sostenere che tali pratiche fossero parte di manovre diagnostiche legittime, ma il giudice ha ritenuto le prove schiaccianti.

Il percorso giudiziario e le testimonianze

Le indagini, condotte dai carabinieri e coordinate dalla procura, hanno preso avvio dopo la denuncia di una donna, supportata da un’associazione antiviolenza. Da quel momento, altre otto donne hanno deciso di raccontare le loro esperienze, portando il numero delle vittime a nove. Il gip Cristian Mariani ha descritto l’imputato come un “violentatore seriale privo di freni inibitori”, evidenziando come avesse utilizzato la sua qualifica professionale per superare la resistenza delle pazienti. Oltre alla condanna per violenza sessuale, il medico è stato accusato anche di falso in atto pubblico.

Implicazioni per la professione medica

Questo caso solleva interrogativi importanti sulla sicurezza delle pazienti in ambito sanitario e sulla necessità di garantire un ambiente di cura privo di abusi. La condanna di questo medico rappresenta un passo significativo nella lotta contro la violenza di genere, ma mette anche in luce la vulnerabilità delle donne che si rivolgono ai professionisti della salute. È fondamentale che le istituzioni sanitarie adottino misure preventive e di sensibilizzazione per evitare che simili episodi possano ripetersi in futuro.

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