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Commemorazione di Sergio Ramelli: l’estrema destra in marcia a Milano

Cinquant'anni dalla morte di Ramelli: il corteo dell'estrema destra tra polemiche e commemorazioni.

Manifestazione dell'estrema destra a Milano per Sergio Ramelli
Milano in marcia per Sergio Ramelli: un evento controverso che segna la storia.

Un corteo per Sergio Ramelli

Milano ha visto ieri un’affluenza di oltre 2000 persone per commemorare Sergio Ramelli, a cinquant’anni dalla sua morte. Il corteo, organizzato da gruppi di estrema destra, ha sfilato tra le vie della città, portando con sé tricolori e fiaccole. Tra i partecipanti, figure di spicco come Salvatore Ferrara del Movimento Nazionale e Francesco Polacchi di Altaforte, casa editrice vicina a CasaPound. Questo evento ha suscitato non poche polemiche, specialmente in un contesto politico e sociale già teso.

Il percorso della memoria

Il corteo ha preso avvio da via Aselli, per poi concludersi davanti a un murale in via Paladini dedicato a Ramelli, giovane ucciso nel 1975 da militanti di sinistra. Durante la marcia, gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a mantenere un comportamento ordinato, mentre si ricordavano anche altre vittime di violenza politica, come Enrico Pedenovi e Carlo Borsani. Un grande striscione con la scritta “Onore ai camerati caduti” ha guidato il gruppo, mentre una corona di fiori è stata deposta in onore di Ramelli.

Polemiche e provocazioni

La commemorazione non è stata priva di tensioni. Poco prima del momento di silenzio, un gesto provocatorio ha scatenato la reazione dei manifestanti: dalla finestra di un condominio è stata suonata la celebre canzone “Bella Ciao”, simbolo della Resistenza italiana. Questo atto ha generato insulti e reazioni veementi da parte dei partecipanti al corteo, evidenziando il clima di conflitto che circonda tali eventi. La presenza di simboli e saluti fascisti ha ulteriormente alimentato le polemiche, rendendo evidente la divisione tra le diverse fazioni politiche della città.

Un evento che divide

La commemorazione di Sergio Ramelli rappresenta un momento di riflessione non solo sulla sua figura, ma anche sulle tensioni politiche attuali in Italia. Mentre alcuni vedono in questi eventi un modo per onorare la memoria di chi ha perso la vita in contesti di violenza politica, altri li considerano una provocazione in un clima già carico di conflitti ideologici. La storia di Ramelli continua a essere un simbolo di divisione, e il suo ricordo riaccende dibattiti su libertà di espressione e memoria storica.

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