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Sentenza attesa per il disastro ferroviario di Pioltello: le richieste dei pm

A sette anni dall'incidente, la procura chiede cinque condanne per disastro ferroviario e omissioni di sicurezza.

Immagine del disastro ferroviario di Pioltello
Attesa per la sentenza sul disastro ferroviario di Pioltello.

Il dramma del deragliamento del treno

Il disastro ferroviario di Pioltello, avvenuto sette anni fa, ha segnato profondamente la comunità e il sistema ferroviario italiano. Il deragliamento del treno regionale Cremona-Milano Porta Garibaldi ha causato la morte di tre donne e ha lasciato oltre 200 feriti. Questo tragico evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza e sulla manutenzione delle infrastrutture ferroviarie, portando a un processo che si avvia verso la sua conclusione.

Le accuse e le richieste di condanna

Nel processo attualmente in corso, i pubblici ministeri Maura Ripamonti e Leonardo Lesti hanno richiesto cinque condanne per dirigenti e tecnici di RFI, accusati di disastro ferroviario colposo, omicidio e lesioni colpose, oltre a omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Le richieste di pena sono significative: 8 anni e 4 mesi per Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di RFI, e Umberto Lebruto, ex direttore di produzione. Per Vincenzo Macello, ex direttore territoriale della Lombardia, la procura ha chiesto 7 anni e 10 mesi, mentre per Andrea Guerini e Marco Albanesi sono stati richiesti 6 anni e 10 mesi.

Le indagini e le responsabilità

Le indagini hanno rivelato che il deragliamento è stato causato da un giunto in “pessime condizioni”, che ha portato alla rottura di un pezzo di rotaia di 23 centimetri. I pm sostengono che questo incidente sia il risultato di una serie di omissioni nella manutenzione delle infrastrutture. La difesa, rappresentata dall’avvocato Ennio Amodio, ha sottolineato che gli operai avevano il potere di intervenire in caso di danni e che conoscevano le procedure di sicurezza, ma per varie ragioni non le hanno seguite. Questo solleva interrogativi sulla cultura della sicurezza all’interno di RFI e sulla responsabilità dei dirigenti nel garantire un ambiente di lavoro sicuro.

Le conseguenze del disastro

Oltre alle richieste di condanna, la procura ha proposto una sanzione di 900mila euro per RFI. La sentenza di primo grado, attesa per domani, rappresenta un momento cruciale non solo per le famiglie delle vittime, ma anche per il futuro della sicurezza ferroviaria in Italia. La speranza è che questo processo possa portare a una maggiore responsabilità e attenzione verso la manutenzione delle infrastrutture, affinché tragedie simili non si ripetano in futuro.

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