Il tribunale di Milano revoca l'amministrazione giudiziaria, segnando un nuovo inizio per l'azienda.
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Un passo verso la normalità per Giorgio Armani Operations
Il tribunale di Milano ha recentemente annunciato la revoca dell’amministrazione giudiziaria per la Giorgio Armani Operations, una delle principali aziende del gruppo di moda fondato dal celebre stilista. Questa decisione, giunta prima della scadenza prevista di 12 mesi, segna un importante traguardo per l’azienda, che ha affrontato gravi accuse di sfruttamento della manodopera.
Le indagini e il percorso di risanamento
Le indagini condotte dalla procura di Milano, sotto la direzione dei pubblici ministeri Paolo Storari e Luisa Baima Bollone, hanno portato alla luce una rete di sfruttamento che coinvolgeva terzisti cinesi. Questi ultimi impiegavano lavoratori spesso privi di permessi di soggiorno e contratti regolari. Tuttavia, il tribunale ha riconosciuto gli sforzi compiuti dall’azienda per risanare la propria filiera di fornitori, definendo il percorso intrapreso come “virtuoso” e in linea con le indicazioni fornite dai magistrati.
Iniziative per prevenire il ripetersi di abusi
Il giudice ha sottolineato l’importanza delle iniziative implementate dall’amministratore giudiziario Pietro Capitini, che hanno contribuito a prevenire il ripetersi di simili fenomeni. Queste misure non solo hanno migliorato la situazione lavorativa all’interno dell’azienda, ma hanno anche posto le basi per un futuro più etico e responsabile nel settore della moda. La Giorgio Armani Operations si impegna a garantire che i propri fornitori rispettino le normative sul lavoro e i diritti dei lavoratori.
Il ruolo della filiera di forniture
È interessante notare che una delle aziende coinvolte nella filiera di forniture della Giorgio Armani Operations era la “Manifatture lombarde”, amministrata dall’ex calciatore Alessandro Budel. Questo legame tra sport e moda evidenzia come il settore della moda possa trarre vantaggio da figure provenienti da contesti diversi, contribuendo a un’immagine più positiva e responsabile. La revoca dell’amministrazione giudiziaria rappresenta quindi non solo un successo per l’azienda, ma anche un segnale di speranza per l’intero settore della moda, che deve affrontare sfide simili in termini di etica e sostenibilità.