Benedetto Spera, capomafia condannato all'ergastolo, chiede di uscire dal carcere per l'ultimo saluto alla consorte.
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La richiesta di Benedetto Spera
Benedetto Spera, noto capomafia di Belmonte Mezzagno, ha presentato una richiesta al tribunale per poter uscire dal carcere Opera di Milano e partecipare al funerale della moglie, Maria Liberata Spera, recentemente deceduta. L’uomo, ormai novantenne e condannato all’ergastolo, ha espresso il desiderio di dare un ultimo saluto alla consorte, che aveva 87 anni. La richiesta è stata avanzata tramite il suo avvocato, Maurizio Di Marco, che ha sottolineato l’importanza di questo momento per il suo assistito.
Le precedenti istanze respinte
Non è la prima volta che Spera chiede di uscire dal carcere per motivi legati alla salute della moglie. In passato, il tribunale di Sorveglianza di Milano aveva già negato simili richieste, ritenendo Spera un soggetto socialmente pericoloso. Le autorità, tra cui la Dda e la Procura di Palermo, hanno sempre espresso preoccupazione riguardo alla possibilità che il boss potesse approfittare di tali permessi per ristabilire contatti con Cosa Nostra. La sua lunga carriera criminale e il suo ruolo di capo del mandamento di Belmonte hanno contribuito a questa percezione di rischio.
Il contesto della detenzione
Spera è stato arrestato nel 2001 e, da allora, ha scontato la sua pena nel carcere di Milano. La sua figura è legata a Bernardo Provenzano, un altro noto boss mafioso, e la sua detenzione è stata segnata da un costante monitoraggio da parte delle forze dell’ordine. La questione dei permessi premio e delle uscite per motivi di salute è sempre stata delicata, e le autorità sono molto caute nel concedere tali richieste, soprattutto per individui con un passato criminale così significativo. La morte della moglie ha riacceso il dibattito su questi permessi, mettendo in luce le tensioni tra il rispetto delle esigenze umane e la necessità di garantire la sicurezza pubblica.