La rabbia di studenti e genitori si manifesta in una protesta contro l'aumento delle spese scolastiche.
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Un aumento che fa discutere
Mercoledì mattina, l’Istituto alberghiero Carlo Porta di Milano è stato teatro di una vibrante protesta da parte di studenti e genitori. La causa scatenante è stata la comunicazione ricevuta il 16 dicembre scorso riguardante l’aumento del contributo volontario richiesto alle famiglie. Questo incremento ha suscitato un’ondata di malcontento, poiché le famiglie si sono viste costrette a versare somme significativamente più elevate rispetto agli anni precedenti.
Per le classi prime, seconde e per il triennio di accoglienza turistica, il contributo è passato da 195 euro a 305 euro, mentre per il triennio di cucina, sala e pasticceria, l’importo è aumentato da 265 euro a 405 euro. Queste cifre, già elevate, hanno sollevato interrogativi sulla sostenibilità economica per molte famiglie, specialmente in un periodo di crisi economica.
Le conseguenze di un contributo non versato
Le proteste non si sono limitate solo all’aumento del contributo, ma hanno anche messo in luce un presunto trattamento ostile riservato agli studenti che non hanno potuto o voluto versare la quota. Alcuni genitori hanno denunciato che i loro figli sono stati esclusi da attività scolastiche e hanno subito atteggiamenti poco consoni da parte del corpo docente. Questo ha alimentato ulteriormente la rabbia e la frustrazione, portando a una mobilitazione collettiva.
La manifestazione, inizialmente programmata come un’occupazione dell’istituto, è stata bloccata dalla polizia, che ha chiuso i cancelli dell’edificio. Tuttavia, i manifestanti non si sono arresi e si sono spostati sul marciapiede di fronte, dove hanno continuato a far sentire la loro voce, riunendosi in circa 200 persone con striscioni e cori. Le frasi sui cartelloni, come “Se non possiamo pagare ci escludete?” e “La scuola pubblica è gratis”, hanno evidenziato il malcontento diffuso.
Il dibattito sulla scuola pubblica e il contributo volontario
Il contributo volontario, pur essendo una tassa che le famiglie possono decidere di versare, ha sollevato un dibattito acceso sulla sua legittimità e sull’equità del sistema scolastico italiano. In un contesto in cui l’istruzione è obbligatoria e gratuita fino ai 16 anni, molti genitori si chiedono se sia giusto dover affrontare spese aggiuntive per garantire un’istruzione di qualità ai propri figli.
Le cifre richieste variano notevolmente da scuola a scuola, e nel caso degli istituti alberghieri, le spese per attività extra e laboratori possono lievitare ulteriormente. Questo porta a una disparità tra le famiglie, creando un divario tra chi può permettersi di pagare e chi no. La questione del contributo volontario, quindi, non è solo una questione di cifre, ma tocca temi fondamentali come l’accesso all’istruzione e l’uguaglianza sociale.