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Riapertura del caso Eros: 41 anni dopo la strage neonazista

La Procura di Milano riapre le indagini su un caso irrisolto da decenni.

Manifestazione per la riapertura del caso Eros
La riapertura del caso Eros segna un momento cruciale nella lotta contro il neonazismo.

Il dramma del cinema Eros

Il , il cinema Eros di Milano divenne teatro di una delle stragi più efferate della storia italiana. Un attentato di matrice neonazista, perpetrato dal gruppo Ludwig, portò alla morte di sei persone, tra cui cinque frequentatori del cinema e un medico che tentò di soccorrere le vittime. L’uso di 25 litri di benzina per appiccare il fuoco ha segnato un capitolo oscuro della storia italiana, un episodio che ha lasciato cicatrici profonde nella memoria collettiva.

La riapertura delle indagini

Dopo 41 anni, la Procura di Milano ha deciso di riaprire il caso, spinta da nuove evidenze e da un’inchiesta giornalistica che ha sollevato interrogativi irrisolti. I pubblici ministeri Leonardo Lesti e Francesca Crupi stanno ora cercando un terzo complice, mai identificato, che potrebbe aver avuto un ruolo cruciale nell’attentato. Questo sviluppo è emerso grazie a un podcast del Corriere della Sera, che ha messo in luce la possibilità di fiancheggiatori e di influenze di sette esoteriche legate al fanatismo neonazista.

Il gruppo Ludwig e le sue atrocità

Il gruppo Ludwig, attivo tra il 1977 e il 1984, è stato responsabile di almeno 15 omicidi, molti dei quali rivendicati con volantini che esprimevano ideologie neonaziste. Wolfgang Abel e Marco Furlan, i due principali colpevoli, sono stati condannati a 27 anni di carcere per i loro crimini, ma la loro storia è segnata da fughe e tentativi di eludere la giustizia. La riapertura del caso Eros potrebbe portare a nuove scoperte su un periodo buio della nostra storia, rivelando ulteriori dettagli su un gruppo che ha seminato terrore e morte.

Le implicazioni della riapertura del caso

La decisione della Procura di Milano di riaprire le indagini non è solo un atto di giustizia per le vittime, ma anche un tentativo di affrontare il passato e di comprendere le radici di un fenomeno che continua a manifestarsi in forme diverse. La presenza di un terzo killer e il coinvolgimento di fiancheggiatori potrebbero rivelare una rete più ampia di complicità e ideologie estremiste. Questo caso rappresenta un’opportunità per la società di riflettere sulle conseguenze del fanatismo e sull’importanza di combattere l’odio in tutte le sue forme.

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