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Omar Bassi è deceduto ad agosto a causa di una colluttazione in un locale notturno a Origgio. I suoi genitori e i suoi amici si sono radunati in piazza Duomo, esprimendo il desiderio di ottenere giustizia

Giustizia per Omar: la lotta continua, nessuno ci fermerà

“Pretendiamo giustizia immediata”, afferma al megafono Michelle Sala, cugina di Omar Bassi, il giovane di 23 anni di Bollate tragicamente scomparso il 5 agosto a causa di un’emorragia cerebrale all’ospedale di Reggio Calabria, dove si trovava in vacanza con i genitori. Questo accadde quindici giorni dopo essere stato aggredito dai buttafuori di un locale a Origgio, in provincia di Varese.

Evidenziare la richiesta di giustizia

Nel pomeriggio di oggi, familiari e amici hanno svolto un flashmob in piazza Duomo a Milano, con l’intento di “non dimenticare” e di chiedere l’identificazione e l’arresto dei colpevoli della sua morte. Erano numerosi a sventolare striscioni, indossando magliette con l’immagine di Omar e la scritta “Omy blanco vive”. Al microfono, hanno narrato gli avvenimenti accaduti la notte del 20 luglio in discoteca e nei giorni successivi, fino al decesso di Omar.

La lotta per la verità

“Nessuno ci fermerà” “Continueremo la nostra lotta finché non verrà fuori la verità. Non dovrebbe mai accadere di perdere un cugino, un amico, un fratello o un figlio per una serata in discoteca – prosegue la cugina –. Aiutateci a far conoscere la storia di Omar, è fondamentale che tutti ne siano a conoscenza”. In prima fila c’era anche mamma Giusy Sala, che ha ricordato: “Quella sera, Omar non stava facendo nulla di sbagliato, eppure è stato colpito con calci e pugni – ha raccontato –. Vogliamo inoltre capire perché al pronto soccorso dell’ospedale di Garbagnate Milano sia stata richiesta una TAC solo grazie alla mia insistenza, e perché sia stato dimesso con una prognosi di tre giorni e un antidolorifico”. I documenti sono attualmente in possesso della Procura di Busto Arsizio.

Flashmob per la giustizia

Negli ultimi due mesi e mezzo, amici e familiari hanno dato vita a vari flashmob per mantenere viva l’attenzione su questa tragica situazione. Ora si aspettano la conclusione delle indagini da parte della Procura di Busto Arsizio e, qualora fosse necessario, torneranno a riunirsi nelle piazze a partire da metà novembre. Attualmente, la Procura ha avviato un’inchiesta per omicidio preterintenzionale contro ignoti. Gli investigatori devono stabilire se ci sia un legame tra la morte del giovane e l’aggressione subita. “Sono davvero felice per la partecipazione che abbiamo visto oggi qui in piazza Duomo; la presenza di molte persone ci offre un grande sostegno in questa lotta – ha affermato la madre – è stata un’esperienza profondamente toccante, Omar mi manca da morire e per questo non mi arrenderò”.

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