Giovane sopravvive a violento attacco al collo: il percorso verso la guarigione dopo un tragico incidente domestico a Novate
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Un giovane lungo la strada della guarigione dopo essere stato colpito al collo: l’incidente è avvenuto a Novate. Il ragazzo, 19enne di origine ucraina, si è sottoposto a un intervento ed è ora al sicuro.
La tragica serata
La tragica serata ha avuto inizio intorno alle tre di notte nell’appartamento di via XXV aprile, dove vivevano una madre di 39 anni, il suo compagno di 45 anni, un camionista albanese, e i due figli di lei, un adolescente di 15 anni e il 19enne, entrambi nati da un matrimonio precedente e trasferitisi in Italia a causa del conflitto nel loro paese. I rapporti all’interno della famiglia sembravano tesi, caratterizzati da litigi e incomprensioni.
L’alterco e la violenza fisica
Quella notte, dopo un violento scambio di parole tra il camionista e la compagna, l’alterco è degenerato in violenza fisica. Le grida hanno spaventato la bambina e il più giovane dei figli, il quale ha cercato di difendere la madre e ha poi contattato il fratello. Al suo arrivo, con due amici, il 19enne si è trovato già coinvolto in una furiosa disputa. In un drammatico colpo di scena, il patrigno ha estratto un’arma e, inseguito il ragazzo per le scale, gli ha sparato, ferendolo gravemente.
L’intervento chirurgico e le condizioni attuali
Dopo essere stato portato d’urgenza al pronto soccorso del Niguarda, il giovane ha subito un intervento chirurgico molto complesso. Attualmente si trova in terapia intensiva, ma le sue condizioni sono stabili e non si trova in pericolo di vita. L’autore dell’aggressione, che ha utilizzato un’arma da fuoco rubata nel 2013 a Sassuolo, è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio, possesso illegale di arma da fuoco e ricettazione. Gli inquirenti, sotto la guida del pm Paolo Storari, durante le indagini a casa dell’aggressore hanno recuperato un bossolo compatibile con l’arma utilizzata e altre 40 munizioni dello stesso calibro. Durante l’interrogatorio, il camionista – mai denunciato per maltrattamenti – avrebbe riconosciuto di aver perso il controllo e di essersi reso conto della gravità del suo gesto.