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A Milano, nel suo centro, si è tenuta una protesta in favore della pace in Medio Oriente

Nel cuore di Milano, si è tenuto un evento per promuovere la pace in Medio Oriente. Questo incontro si è realizzato nel tardo pomeriggio di martedì 1° ottobre, con la partecipazione di circa 500 persone. In coincidenza con il lancio di missili iraniani su Israele, i manifestanti si sono riuniti in piazza San Babila, centro nevralgico della città, per esprimere il loro desiderio di pace. L’iniziativa è stata promossa dai membri di diverse organizzazioni, tra cui Anpi, PD, Rifondazione Comunista, Avs e M5S, con la partecipazione di alcuni sindacati, che hanno sollecitato un immediato cessate il fuoco.

“È fondamentale fermarsi ora per prevenire un’ulteriore escalation militare che non coinvolge solo il mondo arabo, ma potrebbe avere ripercussioni globali. L’invasione del Libano ci richiama tutti a manifestare e a chiedere la fine dei conflitti. È necessaria una mobilitazione europea, poiché il cessate il fuoco è essenziale per una pace equa e duratura. Questa piazza è aperta anche a coloro che inizialmente sostenevano le azioni di Israele, ma che ora riconoscono che tali misure non sono giustificabili”, ha commentato Luca Stanzione, segretario generale della CGIL di Milano. Ha inoltre sottolineato l’urgenza di una risposta da parte dell’Europa, che sembra essere assente, evidenziando la necessità di una chiamata alla corresponsabilità di Israele per garantire un futuro migliore all’umanità.

Riguardo a un cartello che attaccava la senatrice Liliana Segre durante una manifestazione filopalestinese, Stanzione ha dichiarato: “A Segre va la nostra piena solidarietà. La crescente ondata di antisemitismo in Europa è allarmante. Tra noi ci sono molti membri della comunità ebraica che non condividono le scelte del governo Netanyahu. Esiste un popolo israeliano che è distinto dalle decisioni del proprio governo”.

Khader Tamimi, leader dell’associazione lombarda dei Palestinesi in Italia (API), ha sottolineato che, sin dai giorni successivi al 7 ottobre, ci sono stati due gruppi distinti: quelli che ritenevano che l’unica risposta valida fosse cercare la pace e quelli che invece giustificavano l’intervento militare di Israele. Secondo Tamimi, in Medio Oriente anche un piccolo conflitto può rapidamente trasformarsi in un gravissimo problema. Ha affermato che il popolo arabo è oppresso e non può esprimere liberamente le proprie opinioni; tuttavia, quando avrà l’opportunità di farlo, potrebbe rivelarsi una grande minaccia per tutti. Inoltre, ha avvertito che l’attuale situazione non si risolverà facilmente e ha avvertito il governo israeliano che credere di poter dominare il mondo arabo è un errore. Ha enfatizzato che questo non influisce solo sugli arabi, ma anche sui musulmani, sui cristiani e sugli ebrei. Tamimi ha anche menzionato un cartello contro Liliana Segre, affermando di non averlo notato e di averlo condannato, ribadendo il suo costante impegno contro l’antisemitismo.

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