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Il Poldi Pezzoli riluce di nuovo, grazie alle luci e ai lavori di restauro

L’accoglienza che il Poldi Pezzoli riserva ora agli ospiti è esclusiva. Nella prima sala al piano terra, due enormi specchi ottagonali di produzione lombarda (1650-1700) riflettono il volto del visitatore. Questi trasmettono una nuova lucentezza nel noto Salone dell’Affresco grazie a un restauro di quattro mesi, durante il quale uno dei loro specchi è stato sostituito. L’evidenza dei capolavori, tra cui un “Tappeto di caccia”, considerato unico e forse il più antico del mondo proveniente dalla Persia del 500, è migliorata grazie alla nuova illuminazione installata. Questa illuminazione è stata estesa anche ad altre parti del percorso museale, come spiegato dal direttore Alessandra Quarto, con l’obiettivo di fare i futuri restauri in loco, coinvolgendo i visitatori. Quarto ha presentato ieri la strategia per la museografia moderna, citando l’architetto Camillo Boito, un predecessore che nel 1898 succedette al primo reggente, il pittore Bertini, amico del fondatore Gian Giacomo, e che si impegnò a migliorare la fruizione. Ora, le opere sono organizzate secondo criteri cronologici e geografici: nelle sale del 300, 400, 500, si possono vedere in successione i fondi oro, i dipinti veneti, il Perugino. La pittura del 700 è stata trasferita nella più ampia Ala Franzini per ospitare anche “l’interno del Pantheon” di Panini, una donazione della mecenate Giovanna Zanuso. Anche la Sala degli Stucchi nel palazzo delle meraviglie è stata restaurata per ritornare al suo antico splendore.

Il bronzo di Lorenzo Bartolini, raffigurante Pirro mentre getta il giovane Astianatte dalle mura di Troia sotto lo sguardo di sua madre, è stato accuratamente restaurato sul terrazzo.

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